Se si seguirà il timing che finora ha guidato i rapporti tra Roma e Bruxelles, seguirà a stretto giro la risposta alla lettera inviata da Gualtieri, tenendo conto che, al di là delle formalità, in queste ore il dialogo tra il Governo e la Commissione Ue è costante e dunque il via libera all’ulteriore scostamento per quel che riguarda il deficit appare scontato
di Dino Pesole
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Lo scostamento dagli obiettivi di deficit programmati è considerevole: 20 miliardi in termini di indebitamento netto, pari all’1,1% del Pil, che si traducono in 25 miliardi in termini di esborsi effettivi. Cifra nettamente superiore ai 6,3 miliardi (7,5 miliardi di risorse effettive) di flessibilità chiesti alla Commissione europea lo scorso 5 marzo.
Nella nuova lettera che il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri ha inviato al vice presidente esecutivo della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis e al commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, si afferma che il primo pacchetto di misure che il governo si appresta a varare per far fronte all’emergenza coronavirus, grazie allo scostamento ulteriore dagli obiettivi di deficit programmati per il 2020 «vale lo 0,6 per cento del Pil, il che porterebbe il disavanzo previsto per il 2020 al 2,7% del Pil».
Degli ulteriori interventi il Governo darà conto in aprile, quando aggiornerà il quadro delle previsioni macroeconomiche. Il deficit del 2020 dunque è destinato a salire ulteriormente. Quali le prossime tappe del confronto con Bruxelles?
La via ordinaria
Se si seguirà il timing che finora ha guidato i rapporti tra Roma e Bruxelles, seguirà a stretto giro la risposta alla lettera inviata da Gualtieri, tenendo conto che, al di là delle formalità, in queste ore il dialogo tra il Governo e la Commissione Ue è costante e dunque il via libera all’ulteriore scostamento per quel che riguarda il deficit appare scontato. Come già rilevato nella precedente lettera di risposta, le spese per sostenere l’emergenza coronavirus sono considerate di carattere eccezionale e assimilate a uscite “una tantum”, che dunque non impattano sul calcolo del deficit strutturale (calcolato appunto al netto delle variazioni del ciclo economico e delle misure “one off”).
Le prossime tappe
Ed è proprio al deficit strutturale che guardano le regole europee, con annesso calcolo dell’output gap cui è affidato il compito di misurare lo scarto tra il Pil potenziale e il Pil reale. Domani, 13 marzo, la Commissione Ue presenterà le linee guida sull’utilizzo al meglio della flessibilità, di fatto aggiornando il dispositivo previsto dalla “Comunicazione sulla flessibilità” varata dalla Commissione Juncker nel gennaio del 2015. Lo step successivo è previsto nelle riunioni dell’Eurogruppo e dell’Ecofin in programma lunedì e martedì della prossima settimana. Esaurita questa fase del confronto, Bruxelles attenderà di ricevere i nuovi documenti programmatici del Governo: il Documento di economia e finanza, il Programma di Stabilità e il Programma nazionale di Riforma, secondo quanto prevedono le procedure del cosiddetto “semestre europeo”. Esaminato il nuovo quadro economico, e le nuove misure che il Governo avrà messo in campo, si avvierà la fase dell’esame delle strategie di bilancio messe in campo che si concluderà nel mese di maggio con le rituali “raccomandazioni”. Spetterà poi al Consiglio Ecofin ratificarle. Nessuna “bocciatura” o “promozione” è alle viste, quanto l’esito di una normale interlocuzione, reso in questo caso più stringente a causa della grave emergenza con cui è alle prese il nostro Paese.