avvocatoinprimafila il metodo apf

Delocalizzazione paura principale in relazione alla perdita del lavoro

RICERCA EDELMAN TRUST BAROMETER

Associazioni non governative, media e aziende guadagnano fiducia rispetto allo scorso anno.

6 febbraio 2020


Da Arcelor a Whirlpool, le 10 crisi tra cassa integrazione e nuovi investimenti

3′ di lettura

Un paese in chiaroscuro nel quale la fiducia continua a crescere (+ 3 punti rispetto allo scorso anno e secondo posto in Europa dopo l’Olanda) e che assegna un ruolo molto importante agli amministratori delegati nel guidare il cambiamento senza attendere il Governo (il 60% degli italiani è d’accordo, in crescita di 11 punti rispetto al 2019) ma che nel 61% dei casi considera il capitalismo come un fattore più negativo che positivo nel mondo e ritiene l’avanzamento tecnologico troppo veloce (67% del campione). L’Italia è inoltre al primo posto tra tutti i paesi analizzati nel considerare la delocalizzazione come ragione principale di perdita del posto di lavoro.

È la fotografia dell’Italia scattata dalla 20 esima edizione dell’Edelman Trust Barometer, la più importante indagine globale sul tema della fiducia realizzata dall’agenzia di comunicazione Edelman in 28 paesi su di un campione di 34.000 persone, diviso tra élite (la parte più informata e con maggior tenore di vita) e il resto della popolazione. La ricerca, che ha analizzato la fiducia verso aziende, media, Governo e associazioni non governative, è stata presentata oggi dall’Amministratore Delegato di Edelman Fiorella Passoni.

Fiducia nelle aziende è aumentata del 17%
Nel 2020 le élite ritengono degne di fiducia aziende, media e associazioni non governative lasciando in territorio neutrale il Governo che dieci anni fa riscuoteva invece più fiducia rispetto alle aziende (32% contro 27%) ma la situazione si capovolge considerando il resto della popolazione per la quale nessuna delle 4 istituzioni riscuote fiducia. Considerando l’intero campione, la situazione rispetto allo scorso anno è però migliorata, in quanto le associazioni non governative hanno guadagnato 5 punti percentuali, le aziende e i media 4 punti mentre il Governo ne ha persi 2. Il trend di lungo periodo è sostanzialmente positivo in quanto, tenendo presente il dato delle élite, dal 2006 la fiducia nelle aziende è aumentata del 17%, nel Governo del 18%, nei media del 18% mentre le NGO hanno perso il 6% partendo però dal 66% di fiducia, dato più alto in assoluto.

Esperti accademici restano in testa
Tra le voci considerate più credibili, gli esperti accademici restano in testa ma guadagnano 5 punti i dipendenti aziendali che riscuotono più fiducia dei CEO (48% contro 35%) ai quali si chiede tuttavia di guidare il cambiamento: l’89% del campione chiede loro di prendere posizione in merito a grandi temi quali l’impatto dell’automazione sul lavoro, l’uso etico della tecnologia, la formazione sui lavori del futuro.

Aumenta in Italia fiducia nei media
Aumenta in Italia la fiducia nei media rispetto allo scorso anno con il nostro paese che è secondo in Europa con il 49% del campione ma il 76% degli italiani è preoccupato che le fake news possano essere usate come arma, un dato che cresce di 6 punti percentuali rispetto a due anni fa e che è superiore rispetto a quanto registrato in Francia e Germania mentre il 63% del campione teme che i media possano essere contaminati da notizie inattendibili, dato superiore rispetto al 57% registrato su scala globale. Considerando il grado di fiducia nelle varie tipologie di media, continua la discesa dei social che perdono 3 punti percentuali nell’ultimo anno e 14 punti dal 2012 mentre i media tradizionali sono cresciuti passando dal 57% al 65% in termini di fiducia rispetto a otto anni fa.

Fonte

Exit mobile version