“Bisogna revisionare la legge. Non si può più fallire per colpa dello Stato e trovarselo nemico”. Sono le prime parole dell’imprenditore che ha chiuso l’azienda per colpa dei debiti non pagati dalle istituzioni e chiamato dal ministro come consulente
Roma – “Bisogna revisionare completamente la legge fallimentare. Non si può più fallire per colpa dello Stato e trovarselo come nemico”: lo ha detto l’imprenditore brianzolo Sergio Bramini che Luigi Di Maio ha deciso di nominare proprio consulente al ministero del Lavoro dopo che era stato costretto al fallimento per via di un debito da 4 milioni di euro non pagato dallo Stato. In un’intervista a Repubblica, Bramini ha spiegato di essersi messo “al lavoro con una decina di avvocati” per questa riforma: “Abbiamo già preparato una bozza, Di Maio ha detto che la vuole chiamare Legge Bramini“.
Tra le iniziative allo studio per salvare le piccole imprese c’è anche un taglio delle tasse. “Ci sono state decine di suicidi di imprenditori nel 2017 e non ne parla nessuno. Qui falliscono 320 imprese al giorno, questa moria deve cessare“, ha affermato.
Anche senza il governo Conte, “sarei andato avanti comunque da solo, cercando di riunire tutte le associazioni di imprenditori che si battono come me, più di 70 in tutta Italia. Mi rammarica solo che Salvini e Di Maio siano gli unici a venire da me“, ha aggiunto, “e farlo è stato come andare da tutti quelli che mi hanno sostenuto o hanno avuto gli stessi problemi“.