Un unico assegno alle famiglie per la crescita, il mantenimento e l’educazione della prole che tenga conto del numero e dell’età dei figli a carico dei nuclei familiari e della loro effettiva situazione economica con una soglia Isee non superiore a 50.000 euro annui.
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Maggiorazione dell’importo dell’assegno per ciascun figlio in condizione di disabilità che ha diritto alla cosiddetta “104” e assegno alla natalità riconosciuto dal settimo mese di gravidanza. Sono questi alcuni dei correttivi messi a punto dal ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, al decreto legge sulla famiglia che il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio vuole portare al Consiglio dei ministri in agenda per lunedì. Sempre che, poi, si riescano a superare anche i rilievi di copertura avanzati dalla Ragioneria generale dello Stato.
La proposta Di Maio
Il leader Cinque Stelle ha risposto al decreto legge sicurezza del collega di Governo, Matteo Salvini, con un nuovo provvedimento d’urgenza che istituisce presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali un nuovo Fondo per la famiglia alimentato «dalle eventuali risorse derivanti dal Fondo per il reddito di cittadinanza». Con l’obiettivo dichiarato di introdurre un assegno unico per le famiglie con maggiori difficoltà. Tutto demandato a un successivo decreto del ministero del Lavoro. Il testo, non condiviso col il ministro della Lega per la Famiglia, Lorenzo Fontana, è stato oggetto di un nuovo confronto in preconsiglio da cui sono emerse alcune correzioni per arrivare alla stesura di un testo condiviso tra gli azionisti di Governo. Tra le modifiche proposte, ad esempio, l’istituzione del Fondo per la Famiglia presso la Presidenza del Consiglio e non al ministero del Lavoro. Per dar seguito, poi, concretamente agli interventi a sostegno della Famiglia e della natalità (correzione al titolo del Dl chiesta dal Carroccio) si propone l’emanazione di un apposito decreto entro 30 giorni dalla conversione in legge del nuovo Dl.
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Un assegno unico per la famiglia
Per il ministro Fontana, poi, il nuovo Fondo per la famiglia potrà essere alimentato anche con tutte le risorse finanziarie che si rendono disponibili dal riordino degli strumenti di sostegno alla famiglia già esistenti come da esempio l’ assegno per il nucleo familiare del 1988, gli assegni familiari o quelli ai nuclei familiari con almeno tre figli minori (legge 448 del 1998), l’assegno di natalità degli ultimi 5 anni e il premio alla nascita.
O ancora le risorse non utilizzate del buono per il pagamento delle rette di asili nido e altri servizi per l’infanzia. Tutte le risorse saranno destinate a finanziare un nuovo “assegno unico per la crescita, il mantenimento e l’educazione della prole” riconosciuto alle famiglie con figli in difficoltà economia attestata da un Isee fino a 50mila euro. Il nuovo regolamento, secondo i correttivi proposti da Fontana a Di Maio, dovrà armonizzare la disciplina dell’assegno unico con gli interventi di contrasto alla povertà, assicurandone il coordinamento e l’integrazione. L’erogazione dell’assegno sarà a carico dell’Inps nei limiti delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili.
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