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Dl Sostegni, Fabbro (ANIR Confindustria) in audizione al Senato: ”Il comparto mense in ginocchio. Sia introdotta per legge la rinegoziazione degli appalti”

ANIR Confindustria, associazione nazionale imprese della ristorazione collettiva aderente a Confindustria Servizi HCFS è stata audita dalle commissioni Bilancio e Finanza del Senato nell’ambito ell’esame del disegno di legge n. 2144 (decreto sostegni).

Ha spiegato il presidente di ANIR Confindustria Massimiliano Fabbro: “Il settore della ristorazione collettiva che si occupa di mense in ambito pubblico (scuole, ospedali, forze dell’ordine, caserme, pubblica amministrazione in genere) e privato, ha subito un duro colpo a causa della pandemia e, in prospettiva, dovrà rivedere le proprie modalità operative per via dello smartworking che diminuirà la presenza di personale sui luoghi di lavoro in maniera strutturale.

Si stima una perdita dei fatturati per il settore che ammonta a più di 2 miliardi di euro, in una crisi che non si risolverà con la fine del Covid e che interessa la sorte di 60.000 lavoratori. ll nostro paradosso – ha detto Fabbro – è che forniamo un servizio pubblico continuando ad operare pur essendo cambiate tutte le condizioni generali del nostro lavoro: tempi, quantità, modalità di erogazione dei servizi. Con il blocco dei licenziamenti e l’uso della cassa integrazione, abbiamo poche possibilità di riallocare personale e non abbiamo nessun aiuto per intervenire su eventuali riconversioni industriali. Nessuno dei dispositivi di sostegno e ristoro ci considera per ora siamo invisibili. Un caso nazionale unico come diciamo da mesi

Chiediamo interventi strutturali – ha detto Fabbro – perché siamo un settore industriale.  Il tetto dei 10 milioni di fatturato annuo per essere ristorati è largamente insufficiente e da subito chiediamo che la rinegoziazione dei contratti per l’erogazione dei servizi sia imposta ope legis a quelle committenze che sino ad ora non vogliono apportare cambiamenti, come già indicato dall’Anac a novembre 2020. Si tratterebbe di una disposizione importante, e a costo zero per lo Stato, poiché non richiede nessun impegno di spesa. Inoltre, vista la platea dei lavoratori coinvolti, riteniamo che per questo settore sia possibile estendere la misura prevista per la decontribuzione del costo del lavoro, già varata per il sud”.

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