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E se Fca si fondesse con Peugeot?

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ANTONIN VINCENT / DPPI Media / DPPI

 Peugeot 508 GT  (AFP) 

L’ipotesi di una fusione fra Fiat Chrysler e Psa Peugeot tiene banco sulla scena finanziaria dopo le dichiarazioni di Robert Peugeot al quotidiano francese Les Echos, che avevano condotto entrambi i titoli a forti rialzi in Borsa. Nell’intervista pubblicata martedì scorso il presidente di Ffp, la finanziaria della famiglia Peugeot, ha detto, con riferimento a Fiat Chrysler: “Con loro, come con altri, i pianeti potrebbero essere allineati”.

Andando a guardare i numeri dei due gruppi, il primo allineamento che balza all’occhio è quello della capitalizzazione di Borsa. Alle quotazioni attuali  Fiat Chrysler vale 20,5 miliardi di euro, il gruppo Psa vale 20,3 miliardi. A questo “allineamento” si è arrivati grazie al movimento opposto delle quotazioni delle due società negli ultimi 12 mesi: da marzo 2018 a oggi Psa è salita del 20% e Fiat Chrysler ha perso il 23%.

È possibile che questo movimento abbia reso più baldanzoso il vertice di Peugeot, che potrebbe puntare a una fusione “alla pari”. Da Fiat Chrysler non viene nessun commento all’ipotesi di aggregazione con il gruppo francese. Secondo gli analisti di Websim.it (il sito del broker Intermonte), “mettere insieme Psa e FiatChrysler ha molto senso dal punto di vista industriale: la creazione di valore, nel caso si arrivasse alla fusione, sarebbe notevole”. Ma la stessa Websim riferisce che Sergio Marchionne aveva piu’ di un dubbio su questa opzione.

Ma una fusione alla pari non conviene a Fca

In effetti, al di là della capitalizzazione, i numeri principali dei due gruppi non giustificano l’ipotesi di una fusione alla pari, che penalizzerebbe gli azionisti di Fiat Chrysler. Secondo il consensus (media delle previsioni) degli analisti, Peugeot farà nel 2019 ricavi per 76,4 miliardi di euro e un utile netto di 3,30 miliardi. Fiat Chrysler farà ricavi per 113,6 miliardi di euro e un utile netto di 4,57 miliardi. Per completare il quadro va detto che il debito netto previsto per Fiat Chrysler a fine 2019 è di 5,39 miliardi, quello di Peugeot è di 9,3 miliardi.

Ragionando su un’ipotetica aggregazione sulla base delle quotazioni di oggi, dall’unione fra Fiat Chrysler e Psa nascerebbe un gruppo automobilistico del valore borsistico di oltre 40 miliardi di euro. La famiglia Agnelli, che oggi controlla Fiat Chrysler con il 30% del capitale, sarebbe il primo azionista singolo con il 15%, ma si troverebbe a fronteggiare i tre principali soci di Peugeot, la famiglia Peugeot, lo Stato francese e il gruppo cinese Dongfeng. Ognuno dei tre oggi possiede il 12,2% di Psa, e quindi dimezzerebbero la quota nel nuovo gruppo ognuno al 6,1%, per un totale del 18,3%. Finora i tre, da quando sono intervenuti nel 2013 per salvare Peugeot dal fallimento, sono andati d’amore e d’accordo.

Se da un lato i numeri dicono che sarà difficile trovare un accordo sul valore delle aziende e su chi dovrebbe comandare, dall’altro sono piuttosto evidenti i motivi per cui l’unione fra i due gruppi sarebbe una di quelle operazioni in cui uno più uno fa ben più di due. A febbraio al Salone dell’Auto di Ginevra il Ceo di Fiat Chrysler, Mike Manley, aveva dichiarato: “Ci interessa ogni possibile accordo che renda Fiat Chrysler più forte”. Nel 2018 Fiat Chrysler ha venduto 4,8 milioni di veicoli, contro i 4,12 milioni di Psa. Mettendosi insieme sfiorerebbero i 9 milioni di auto vendute, superando General Motors. Nel 2012 Marchionne aveva detto che la cifra necessaria per la sopravvivenza di un grande gruppo automobilistico era di 8-10 milioni di auto vendute.

Mercati complementari

Arndt Ellinghorst, analista di Evercore, dice: “Psa è essenzialmente un produttore europeo (circa il 90% delle sue vendite sono in Europa), quindi l’acquisizione di una società con una presenza geografica più ampia ha molto senso dal punto di vista strategico”.

Fiat Chrysler offre a Peugeot la possibilità di rientrare nel mercato Usa dove il gruppo francese manca da quasi 30 anni, inoltre è il produttore di auto leader in Brasile, dove Psa ha una presenza ridotta. Peugeot, da parte sua, è ben presente in Cina dove Fiat Chrysler conta poco. Per quanto riguarda le tecnologie, grazie all’alleanza con i francesi Fiat Chrysler potrebbe recuperare il ritardo che la contraddistingue nell’auto elettrica: Peugeot è in vantaggio in materia di auto a zero emissioni, a partire dalla piattaforma Cmp utilizzata per i modelli elettrici Peugeot 208 e DS 3 E-Tense.

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