MILANO – Parte con il forte dubbio che esauriscano i fondi, per la fascia di veicoli più cercati sul mercato, l’ecobonus per l’acquisto di automobili meno inquinanti, modificato a più riprese dal governo. Da oggi, i concessionari possono infatti accedere alla piattaforma per fare richiesta degli incentivi a valere sui contratti stipulati dal 15 agosto (e fino alla fine dell’anno). Mentre resta ancora appeso alla pubblicazione di un decreto quello per le biciclette e gli altri mezzi della mobilità dolce, che copre gli acquisti indietro fino al 4 maggio.
Incentivi auto: da oggi, 1° settembre, i concessionari possono prenotarli
Le ultime novità in tema di ecobonus per l’acquisto delle quattro ruote sono arrivate con il decreto Agosto, che ha corretto e ampliato quanto previsto con il decreto Rilancio soltanto pochi mesi prima e cioè l’estensione dell’incentivo (originariamente presente in legge di Bilancio 2019) oltre le sole ibride ed elettriche. Per il 2020, con il dl Agosto (quindi a partire dal 15 agosto, data di entrata in vigore) sono state incrementate le risorse per le agevolazioni – 400 milioni di euro nel complesso – ma con una nuova segmentazione per fasce di emissioni, e destinando 90 milioni di questi alle colonnine di ricarica.
Gli ecoincentivi hanno sempre ragionato in termini di fasce d’emissione di gas inquinante. Dal primo agosto (fino a fine anno) era stata allargata la platea di auto incentivate portando a 110 g/km di CO2 il tetto massimo di emissioni per includere anche i motori “tradizionali” nel lotto dei papabili. Ecco però che dalla metà del mese, appunto con il dl Agosto, si è nuovamente intervenuti scorporando la precedente fascia unica da 61 a 110 g/km di CO2 in due sottofasce e aumentando il contributo per la sottofascia da 61 a 90 gr/km di CO2. In pratica, dopo il primo ampliamento generalizzato si è tornati a premiare un po’ di più i veicoli meno inquinanti.
Il quadro dunque degli incentivi previsti da metà agosto alla fine dell’anno è questo:
Emissioni di Co2 g/Km | DL 104/2020 | Legge di Bilancio 2019 | Contributo statale totale | |||
---|---|---|---|---|---|---|
CON ROTT | SENZA ROTT | CON ROTT | SENZA ROTT | CON ROTT | SENZA ROTT | |
0-20 | 2.000 | 1.000 | 6.000 | 4.000 | 8.000 | 5.000 |
21-60 | 2.000 | 1.000 | 2.500 | 1.500 | 4.500 | 2.500 |
61-90 | 1.750 | 1.000 | 1.750 | 1.000 | ||
91-110 | 1.500 | 750 | 1.500 | 750 |
Agli importi dell’ecoincentivo vanno aggiunti i 2 mila euro di sconto obbligatorio da parte del concessionario, in caso di rottamazione, o i 1.000 euro di sconto senza rottamazione. Ma bisogna ricordare, come ha fatto in una recente guida Audiconsum, che lo sconto è legato al prezzo di acquisto dell’auto. Per le auto con emissioni di CO2 comprese nella fascia da 0 a 20 g/km, il limite massimo di prezzo è 50.000 euro; per quelle nella fascia da 61 a 110 g/km, il tetto di spesa non deve essere superiore ai 40.000 euro. In un caso e nell’altro, il limite massimo comprende i costi degli accessori al netto dell’Iva, ed esclude invece le spese sostenute per l’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) e la messa su strada.
Su questo impianto, che come abbiamo visto è ripetutamente cambiato negli ultimi mesi, sono arrivate le critiche degli addetti ai lavori circa la possibilità di esaurire i fondi senza che i concessionari e i compratori sappiano se i contratti già sottoscritti siano incentivabili o meno.
Solo con oggi, 1° settembre, è partita infatti la possibilità di richiedere l’incentivo sulla piattaforma ecobonus.mise.gov.it. E ci sono ancora i contratti incentivati nella versione del dl Rilancio che devono essere autorizzati allo sconto, visto che i 50 milioni di plafond iniziale si sono esauriti in poco tempo.
Il quadro degli ultimi stanziamenti – con il dl Agosto – è infatti questo: 100 milioni per l’originario ecobonus introdotto con la Legge di Bilancio 2019, per l’acquisto di autovetture comprese nelle fasce 0-20 g/km Co2 e 21-60 g/km Co2, e 50 milioni per l’erogazione dei contributi aggiuntivi introdotti con il decreto Rilancio per le medesime fasce. Ulteriori 250 milioni sono andati per le autovetture di fascia superiore, di cui 150 milioni per la fascia 61-90 g/km e 100 milioni per la fascia 91-110 g/km.
Secondo Federauto, la corsa al bonus rischia di essere una gara a esclusione. “Il rifinanziamento del dl Agosto è stato costruito male. Le macchine più richieste sul mercato (91-110 g/km) hanno solo 100 milioni a disposizione, pur costituendo i due terzi delle vendite della relativa fascia, contro i 150 milioni destinati alla fascia 61-90 g/km che vale un terzo. Non sono preoccupato del fatto che finiscano gli incentivi per la tipologia di vetture più richieste dal mercato, ne sono certo – il commento del presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino – Ed è poi un peccato che l’accesso al portale non sia stato reso possibile fin dal 15 agosto, quando il decreto è entrato in vigore. Senz’altro ha rallentato il mercato del mese, visto che molti affari non si sono chiusi – d’accordo clienti e concessionari – in assenza della certezza di poter prenotare l’ecobonus”.
Sul contatore della piattaforma del governo, in circa un’ora di apertura della piattaforma già risultavano prenotati una quindicina di milioni dal plafond di cento per le auto di fascia 91-110 g/km, quelle appunto indicate da Federauto come le più richieste.
In linea generale, per De Stefani Cosentino è apprezzabile “aver rotto il tabù di dare incentivi anche ad autovetture a motorizzazione benzina e diesel: era indispensabile per rilanciare il mercato, perché l’elettrico rappresenta ancora una nicchia solo urbana mentre ibrido e plug-in costano ancora molto. Se si vuole svecchiare il parco automobilistico in Italia, bisogna ragionare sul mercato di massa. Per altro, le vetture incentivate a motore tradizionale hanno comunque emissioni venti volte inferiori ai modelli più vecchi, ancora autorizzati a circolare”. Quel che non ha funzionato, per i concessionari, è stata la segmentazione del bonus per fasce: “Se l’obiettivo era rilanciare il mercato, la soluzione migliore sarebbe stata realizzare una borsa unica per tutti gli incentivi. Poi, certo, si sarebbero premiati maggiormente i veicoli elettrici rispetto alla benzina”. Secondo il direttore di Federauto, Gian Franco Soranna, “in sede di conversione del decreto è auspicabile che arrivino correttivi in questo senso”.
Il bonus biciclette ancora in attesa del sito per le richieste
Con numeri e impegni finanziari diversi – soprattutto per quel che riguarda le tasche delle famiglie – il timore sui fondi e il disallineamento tra l’entrata in vigore e la disponibilità della piattaforma per farne richiesta, sembra di rivedere il film andato in onda sul fronte del bonus bicicletta. Il contributo per l’acquisto di due ruote, monopattini, segway e via dicendo prevede di coprire il 60% delle spese sostenute dal 4 maggio in avanti, entro un limite di 500 euro.
Bonus molto chiacchierato e oggetto di scontro tra Mit e Ministero dell’Ambiente, in particolare sulla tipologia di documento da presentare per accedere all’agevolazione. Alla fine è stato trovato un punto d’incontro per lo scontrino parlante e dal Ministero dell’Ambiente era stato indicato prima luglio, poi agosto come il momento buono per pubblicare il decreto e andare online con il portale dedicato (soluzione che ha scalzato l’idea precedente di rilasciare un’App). Nei fatti, però, si attende ancora la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto che lancerà il sito per la richiesta dello sconto e ormai settembre è iniziato: mentre il mercato viaggia a gonfie vele e ci si interroga se i fondi basteranno per accontentare tutti, la sezione del sito dell’Ambiente dedicata al bonus rimanda ancora alle informazioni dell’11 giugno. Un paracadute, in caso di esaurimento dei denari, sarebbe già stato comunque garantito al ministro Costa con nuovi finanziamenti da stanziare in sede di legge di Bilancio.
Alessandro Tursi, presidente di Fiab, commenta lo stallo sull’operatività rimarcando che se da una parte è “positivo che siano state impegnate cifre di rilievo (210 milioni, ndr) per la misura, d’altra parte le risorse sono inferiori a quelle dedicate alle auto. D’accordo aiutare il comparto delle quattro ruote a ripartire, ma avremmo apprezzato di più una strutturazione degli incentivi che andasse verso la demotorizzazione del Paese: rottami due auto per averne una”. Secondo Tursi, inoltre, “è ormai ora di vedere arrivare il decreto e il portale per il bonus. E’ vero che gli italiani hanno comprato molte biciclette, in questi mesi, e c’è voglia di mobilità dolce indipendentemente dal sussidio. Ma è diventata una questione di credibilità per tutto il sistema”.
Fonte www.repubblica.it