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Finanziamenti: cessione del quinto, vantaggi e differenze

 

Situazione attuale

La pandemia da Covid 19 in Italia è stata un duro colpo per l’economia e molte attività sono state costrette a ricorrere a dei finanziamenti per restare aperte, alcune invece, malgrado gli sforzi non sono sopravvissute. Tutto questo ha costretto molti italiani a perdere il posto di lavoro e a dover ridimensionare il proprio tenore di vita. Secondo gli ultimi dati, dal 2020 ad oggi, si è avuta una vera e propria impennata della richiesta di finanziamenti, sia da parte delle aziende che dei privati, per cercare pian piano di ritornare ai livelli economici pre-pandemia. Il mercato dei prestiti, dal canto suo, offre dei tassi vantaggiosi, e incentivanti a richiedere soldi da parte della popolazione, in particolare con lo scopo di una maggiore liquidità, cioè non finalizzati all’acquisto di un bene o sevizio specifico. Secondo alcuni dati, i tassi di interesse medi si attestano, per questo tipo di finanziamenti, intorno al 5,50%, e i due prodotti che hanno fatto la parte del leone, negli ultimi 24 mesi, sono stati la cessione del quinto e il prestito personale per liquidità, che hanno letteralmente monopolizzato questa nicchia di mercato.

Cos’è la cessione del quinto

La cessione del quinto in passato era spesso associata al concetto di prestito riservato ai cattivi pagatori, poiché questo tipo di finanziamento è garantito dal datore di lavoro e quindi con la sicurezza del rimborso nei confronti della banca o la società finanziaria che lo eroga. Negli ultimi anni però, ha trovato nuova linfa nel mercato, poiché le banche, sfruttando il fattore garanzia del rimborso, si sono potute spingere sempre più ad offrire dei tassi agevolati, rispetto ad altri prodotti (esempio prestito personale). Richiedibile sia in una filiale fisica che online, su comparatori dove confrontare le offerte degli istituti di credito, come quello di Segugio.it, la cessione del quinto è anzi ora una delle modalità di prestito favorite dagli istituti di credito: andiamo a vedere nello specifico in cosa consiste questa tipologia di prestito.

La cessione del quinto è un prestito al consumo non finalizzato, cioè non legato all’acquisto di nessun bene o servizio specifico, ma è richiesto per avere liquidità, la differenza sostanziale con gli altri prestiti è la modalità di rimborso. Le rate mensili, infatti, vengono trattenute direttamente dal datore di lavoro in caso di lavoratore dipendente o dall’INPS per i pensionati, e versate alla banca o finanziaria che ha concesso il prestito. Il calcolo della rata viene fuori dividendo per cinque la paga mensile netta o della pensione, generalmente il tetto massimo richiedibile è di euro 75.000,00 ma questo può variare in base all’istituto di credito e al reddito mensile del richiedente. La durata massima per il rimborso è di 10 anni, cioè 120 rate mensili, e nell’ipotesi di licenziamento della persona, la banca ha due garanzie, la prima è data dalla polizza che viene fatta sottoscrivere dal cliente in fase di richiesta, grazie alla quale è garantita anche in caso di morte del richiedente, in secondo luogo viene riservato ad ulteriore sicurezza dell’istituto di credito anche il TFR (infatti il lavoratore non può chiedere anticipi per tutta la durata del prestito). Come tutti i prestiti anche la cessione del quinto può essere estinta anticipatamente, tramite richiesta formale all’istituto erogante.

Chi può richiedere la cessione del quinto

Alla cessione del quinto possono accedere i dipendenti pubblici e privati in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, e anche tutti i pensionati ad eccezione di quelli che abbiano compiuto o superato gli 80 anni (l’età può subire delle variazioni in base all’istituto di credito erogante). Questa tipologia di prestito è usufruibile da questo target di persone anche se in passato siano risultati cattivi pagatori e siano stati segnalati in CRIF (Centrale Rischi d’Intermediazione Finanziaria): infatti, questa particolare forma di prestito al consumo non prevede alcuna limitazione in tal senso, favorendo ad esempio chi vuole acquistare un’auto nuova e attraverso un prestito finalizzato avrebbe sicuramente un diniego della pratica.

Differenza tra la cessione del quinto e prestito personale

Sostanzialmente le differenze tra la cessione del quinto e il prestito personale sono quattro:
– Gli utenti che possono fare richiesta;
– L’importo che si può ottenere;
– Le garanzie dell’istituto di credito;
– La modalità di rimborso delle rate.

Per quanto riguarda la cessione del quinto gli utenti che ne possono usufruire sono i dipendenti con contratto a tempo indeterminato e i pensionati entro un certo limite di età (80 anni), anche se segnalati come cattivi pagatori, mentre il prestito personale, oltre a queste due categorie, in caso di specifici requisiti (esempio garante), può essere richiesto anche da disoccupati, lavoratori autonomi, liberi professionisti e lavoratori atipici, purché non risultino protestati o segnalati in CRIF.

L’importo massimo che si può richiedere per un prestito personale si aggira sui 60.000/70.000 euro, mentre in caso di cessione del quinto, se il reddito e l’età del richiedente lo consentono, queste cifre possono essere tranquillamente superate.

Le garanzie, come abbiamo accennato, per la cessione del quinto si basano su due fattori, la polizza assicurativa e il TFR, per il prestito, invece, oltre all’assicurazione potrebbero essere richiesti, in fase di sottoscrizione del contratto, dei coobbligati o dei garanti.

La differenza nella modalità di rimborso è sostanziale, da una parte il richiedente del prestito provvederà personalmente a pagare le rate nella modalità stabilita (RID o bollettini), dall’altra parte, per la cessione, sarà il datore di lavoro o l’INPS ad occuparsi di quest’aspetto.

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