«La difficile riforma del fisco deve contemplare diverse necessità: riequilibrare le entrate fiscali che in epoca covid sono scese del 6.4%, e irrobustire i redditi delle famiglie che, seppur in fase di ripresa, nel corso del 2020 hanno subito un calo del 3% come certificato dall’Istat. Le proposte di riforma sul tavolo richiederanno, per la finale attuazione, sicuramente più tempo rispetto al temine del varo della legge delega previsto a fine mese. Per questo auspichiamo che le commissione di esperti che verrà nominata dal Governo, tenga conto anche delle istanze degli operatori fiscali che quotidianamente si misurano con le necessità di famiglie e imprese. Come Caf Cia ricordiamo quelli che sono i punti cardine di una riforma possibile: riforma del Catasto per rendere i valori più equi e realistici rispetto all’ubicazione e alla tipologia dell’immobile; riforma del sistema della riscossione che ha ampiamente dimostrato tutta la sua inefficienza in questi anni, provocando montagne di crediti spesso irrecuperabili da parte dello stato; detrazioni (considerata la loro importanza in termini sociali e di volano per l’economia); detrazioni per carichi di famiglia, considerato l’avvio nel 2022 dell’assegno unico; previsione di un periodo di adeguamento alle nuove regole previsto solo per il regime forfettario per le partite Iva fino a 65000 euro, comprensibile a condizione che poi ci sia un totale rientro all’irpef».
Lo afferma il presidente dei centri di assistenza fiscale CAF-Cia Agricoltori italiani Alessandro Mastrocinque.