I professionisti lanciano un appello: la politica ci ascolti prima di varare i provvedimenti.
“Le norme della Legge di Stabilità 2020 creano problemi a professionisti e imprese. C’è la questione, per esempio, della stretta sulle compensazioni: mettere in pista delle norme che colpiscono a 360 gradi tutte le imprese è sbagliato, bisogna colpire solo chi evade, chi mette in atto comportamenti fraudolenti”.
Lo ha detto Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale commercialisti (Anc), nel corso del convegno “L’impatto delle novità fiscali sul Paese e sulla Professione” promosso nella Capitale da Anc e Anc Roma. “Alla politica – ha aggiunto – abbiamo chiesto semplificazione, che in legge di Stabilità non c’è. Continueremo a chiedere di essere ascoltati prima di emanare le leggi”.
Una linea alla quale si è associato il Presidente della Cassa di previdenza dei Ragionieri Luigi Pagliuca, che ha rimarcato: “Noi vogliamo essere ascoltati. Quando viene fatta una norma si consultano giuristi, magistrati, professori universitari, ma poi manca chi la norma la deve applicare. Ascoltare preventivamente fa la differenza tra una buona norma, davvero efficace, e una che è efficace sarà solo sulla carta”.
Poi, con un filo di sarcasmo, ha aggiunto: “Si continua a dire che bisogna semplificare, ma poi all’atto pratico la situazione peggiora. A questo punto, per qualche anno, chiediamo di non semplificare. Magari può essere questo il modo di lasciare le cose così come stanno”.
La sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra ha difeso la Legge di Bilancio: “Credo che sia necessario fare un intervento di tipo fiscale che consideri i redditi dei lavoratori autonomi e dei lavoratori dipendenti in modo omogeneo, non c’è ragione di fare interventi di tipo categoriale. Sicuramente, il nostro sistema fiscale attualmente e’ molto squilibrato ai danni del lavoro dipendente. Le pensioni ed i redditi dei dipendenti sono gli unici tassati con un’imposta progressiva e, secondo gli ultimi dati, costituiscono l’85% della base imponibile dell’Irpef”. “Non vedo il fisco – ha osservato l’esponente di governo – come un elemento di conflittualita’ tra tipi di redditi, penso che vada rivisto in termini di equita’ e di comprensione”.
“Bisogna continuare sulla strada della ricerca di un dialogo. Noi dal Parlamento, e come Commissione Finanze, lo cerchiamo costantemente”, ha assicurato la presidente della Commissione Finanze della Camera Carla Ruocco. “Più volte è stato riconosciuto che la Commissione è una breccia per dare ascolto a chi lavora sul campo, le vere persone su cui ricadono i provvedimenti che devono essere fatti sempre in maniera inappuntabile”.
Netto il giudizio di Alberto Gusmeroli, vicepresidente della Commissione Finanze di Montecitorio: “Come Commissione abbiamo provato a migliorare la manovra: su qualche cosa abbiamo inciso, ma rimane una manovra disastrosa. A partire dalle complicazioni fiscali, come la norma sugli appalti, oppure il rinvio delle compensazioni, una vera cattiveria per il mondo delle professioni. Per non parlare dell’appesantimento delle contabilità. La verità – ha detto – è che questo governo è lontanissimo dal mondo delle piccole e medie imprese, dagli artigiani, commercianti e professionisti”.
Dal canto suo il senatore Andrea De Bertoldi, Segretario della Commissione Finanze, ha rimarcato la necessità di ridurre le leggi e, di conseguenza, il carico fiscale: “La parola semplificazione fiscale spesso è stata usata a sproposito. Bisogna usare le forbici, tagliare tante norme e arrivare ad un sistema che sia davvero facile, comprensibile, e a quel punto ridurre la pressione fiscale. Sono due pilastri sui quali si può fondare la ripresa del Paese”.