Il decreto legge 9/2020 fissa anche un nuovo termine per l’invio dei dati sui redditi e sulle spese detraibili: ci sarà tempo fino al 31 marzo
di Marco Mobili e Giovanni Parente
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Il coronavirus riscrive il calendario fiscale. Il decreto legge 9/2020 (pubblicato in «Gazzetta Ufficiale il 2 marzo) con il kit di misure di pronto intervento sposta in avanti i termini del 730. Un intervento che non riguarda solo le zone «rosse» del focolaio ma tutta Italia.
La misura riguarda circa 20,5 milioni di contribuenti. Di questi 8,1 milioni sono pensionati e 12,4 milioni dipendenti. La proroga dei termini delle Certificazioni Uniche al 31 marzo favorirà invece 4,3 milioni di sostituti d’imposta (datori di lavoro e enti pensionistici).
Il provvedimento va incontro alle difficoltà di imprese e professionisti, che avranno più tempo per comunicare all’agenzia delle Entrate i dati necessari alla predisposizione del 730 precompilato: dai redditi percepiti dai lavoratori alle spese che danno diritto agli oneri detraibili, come ad esempio quelle per interessi passivi sui mutui o le rette di asili nido e università.
Il 730 si potrà trasmettere entro il 30 settembre
Per il 730 arriva uno slittamento che in realtà è un anticipo. Già, perché il nuovo calendario era stato delineato già dal decreto fiscale collegato all’ultima manovra ma con decorrenza 2021. Il coronavirus, invece, impone ora al Governo di fissare già a partire dal 2020 il nuovo termine ultimo per la trasmissione, che d’ora in poi diventa il 30 settembre. Mentre fino al 2019 l’ultimo giorno utile era stato il 23 luglio.
Nessun effetto ritardo – sottolineano i tecnici – sull’erogazione dei rimborsi in busta paga o nel cedolino dello stipendio. Perché il rimborso arriverà nella prima retribuzione utile e comunque nel mese successivo alla liquidazione del modello. In altri termini, chi presenterà il 730 a maggio si vedrà effettuare il conguaglio (a credito o a debito) nella retribuzione di giugno o, al più tardi, di luglio.