La Cgia di Mestre evidenzia come nel 2017 la pressione fiscale sia stata del 42,5%, la sesta più elevata in Europa. A pesare di più sulle tasche degli italiani sono Irpef e Iva, che complessivamente valgono oltre il 50% del gettito annuo
Nel 2017 la pressione fiscale si è attestata al 42,5 per cento. A dirlo è la Cgia di Mestre, che afferma che ogni italiano versa mediamente all’erario quasi 8.300 euro di tasse all’anno. Se alle tasse aggiungiamo anche i contributi previdenziali, il peso complessivo del fisco su ciascun cittadino si aggira attorno ai 12.000 euro all’anno.
“Per capire se nel 2018 pagheremo più o meno tasse dell’anno scorso – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo – dovremo attendere la pubblicazione della nota di aggiornamento al Def prevista per il prossimo mese di settembre. Tuttavia, a seguito del rallentamento del Pil, è molto probabile che rispetto al 2017 la pressione fiscale sia destinata ad aumentare di qualche decimale, nonostante il carico fiscale per l’anno in corso non abbia subito alcun inasprimento. Per il 2019, invece, dovremo attendere la legge di Bilancio che dovrà essere approvata dal Parlamento entro la fine di quest’anno”.
L’Ufficio studi della Cgia, che da anni monitora il panorama fiscale italiano, è giunto alla conclusione che, nel complesso, il sistema è troppo esoso e molto frammentato, anche se la stragrande maggioranza delle entrate è riconducibile all’applicazione di poche tasse. E se Irpef e Iva da sole assicurano il 55,4% del totale, allargando lo sguardo alle prime 10 imposte per importo riscosso, si scopre che l’incidenza sul totale incassato sale addirittura all’85,2%.
Nel confronto con gli altri Paesi, la pressione fiscale (imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali sul Pil) in Italia è la sesta più elevata dell’Ue dopo la Francia (48,7%), la Danimarca (47,3%), il Belgio (46,5%), la Svezia (44,3%) e la Finlandia (43,3%). “Si tratta di una posizione ancor più negativa se si considera l’altra faccia della medaglia, ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo – commenta il segretario della Cgia Renato Mason – Il percorso assunto dal Governo e volto alla riduzione della pressione tributaria è necessario e apprezzabile, ma dovrà procedere di pari passo con il miglioramento dei servizi e della loro qualità”.
Le tasse che pesano di più sui portafogli dei cittadini italiani, come detto, sono l’Irpef e l’Iva. La prima (Imposta sul reddito delle persone fisiche) nel 2017 ha garantito alle casse dello Stato un gettito di 169,8 miliardi di euro (il 33,8% ovvero un terzo del totale) mentre la seconda è stata pari a 108,8 miliardi di euro (21,6%). Per le aziende le imposte che pesano di più sono l’Ires (Imposta sul reddito delle società), che nel 2017 ha consentito all’erario di incassare 34,1 miliardi di euro e l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), che ha assicurato 22,4 miliardi di gettito. Altrettanto onerosa è l’imposta sugli oli minerali che l’anno scorso ha garantito 26 miliardi di gettito. Imu e Tasi, invece, hanno prelevato dalle tasche dei possessori di case, negozi e capannoni 21,5 miliardi, mentre l’imposta sull’energia elettrica e gli oneri di sistema ha consentito di riscuotere 14,4 miliardi di euro. In coda alla “top ten” delle tasse versate dagli italiani scorgiamo i prelievi garantiti dall’addizionale regionale Irpef (11,8 miliardi), l’imposta sui tabacchi (10,5 miliardi) e l’imposta sul lotto e le lotterie (8,8 miliardi). Nel 2017 le restanti imposte (quasi un centinaio) hanno permesso alle casse dello Stato di incassare oltre 74 miliardi di euro.
Fonte: AGI