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Fitch declassa l’Italia a BBB-, un gradino sopra al «junk». Gualtieri replica: «Fondamentali solidi»

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L’agenzia di rating ha deciso di anticipare il giudizio sul nostro Paese che era in realtà previsto per il 10 luglio. L’outlook adesso è «stabile»

di Maximilian Cellino

28 aprile 2020


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4′ di lettura

Un fulmine a ciel sereno, o quasi. L’agenzia Fitch ha declassato l’Italia, portando il rating sul debito sovrano del nostro Paese da «Bbb» a «Bbb-», un gradino al di sopra del limite che separa dal mondo dei «junk» bond. Si tratta di un livello pari a quello di Moody’s, l’agenzia più critica nei confronti dell’Italia, e di un gradino al di sotto di S&P, che invece aveva confermato il giudizio venerdì scorso. Fitch, la cui decisione era attesa per il 10 luglio, ha anticipato il pronunciamento e ha nel frattempo portato l’outlook a «stabile» da «negativo». Immediata la replica del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, secondo cui, «I fondamentali dell’economia e della finanza pubblica dell’Italia sono solidi».

Il pericolo di una seconda ondata di infezioni
«Il declassamento – si legge nel comunicato arrivato questa sera dopo la chiusura dei mercati Usa – riflette il significativo impatto della pandemia globale COVID-19 sull’economia italiana e sulla posizione fiscale dell’emittente sovrano». Fitch prevede una contrazione del Pil dell’8% nel 2020, ma su questa previsione (meno pessimista rispetto ad altre) i rischi sono al ribasso, perché se da una parte si presume che il coronavirus «possa essere contenuto nel secondo trimestre dell’anno, portando a una ripresa economica relativamente forte nel 2021», dall’altra non si esclude che «in caso di una seconda ondata di infezioni e di una ripresa delle misure di blocco, i risultati economici sarebbero più deboli per il 2020 e il 2021».

Sostenibilità a rischio per il debito/Pil
Quanto al rapporto debito/Pil, l’agenzia prevede un aumento di circa 20 punti percentuali quest’anno, fino a un livello del 156% che, avvertono gli analisti, è significativamente più elevato rispetto al 36% rilevato nella mediana degli emittenti con «Bbb». A questo aspetto, che sarebbe già sufficiente per un declassamento, Fitch aggiunge che «il rapporto si stabilizzerà su questo livello molto elevato nel medio termine, sottolineando i rischi di sostenibilità del debito».

Gualtieri: «Altre agenzie più prudenti».
Ricordando che le altre agenzie di rating «hanno assunto un atteggiamento più prudente», Gualtieri ha tenuto a sottolineare che Fitch «non tiene conto delle rilevanti decisioni assunte nell’Unione europea, dagli Stati che la compongono e dalle istituzioni che ne fanno parte» e come in particolare «l’orientamento strategico della Bce» non sembri adeguatamente valorizzati. «Il Governo – ha aggiunto Gualtieri in una nota – ha la piena consapevolezza dell’esigenza di affrontare questa crisi con misure che non siano solo di carattere emergenziale. Interverremo, anche con un’agenda di riforme e di investimenti, per aumentare il nostro potenziale di crescita, con attenzione ai vincoli e alla sostenibilità della finanza pubblica e alla necessità di confermare la traiettoria di riduzione del debito».

Fitch: Gli sviluppi nel Paese giustificano l’anticipo dei tempi
In merito all’anticipo dei tempi consueti di azione sul rating, Fitch ricorda invece che la pubblicazione di revisioni di giudizi sul debito sovrano «deve avvenire secondo un programma pubblicato, tranne nei casi in cui è necessario che le agenzie di rating si discostino da questo per adempiere ai propri obblighi legali». L’agenzia ha ritenuto che questa disposizione consenta quindi di operare «in situazioni in cui si verifica un cambiamento sostanziale del merito creditizio dell’emittente, tale da ritenere inappropriato attendere la prossima data di revisione programmata per aggiornare il rating o l’outlook» e ha deciso di agire immediatamente a causa degli sviluppi nel nostro Paese.

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