La crescita in Italia è rallentata e il rischio recessione è aumentato, con il pericolo di ricadute globali “significative”: lo afferma lo staff report del Fondo monetario internazionale sull’Italia. L’Fmi parla di “debolezze strutturali dell’Italia che sono alla base della performance economica” e avverte che “uno stress acuto in Italia potrebbe spingere i mercati globali in territori inesplorati”. Nel rapporto per l’Article IV datato 18 dicembre 2018 si legge che il reddito di cittadinanza è un passo nella giusta direzione ma prevede benefit “molto alti” che rischiano di essere un ”disincentivo al lavoro” soprattutto al Sud o di creare “dipendenza dal welfare”. Per la sua attuazione, avverte il Fondo, i controlli sono “essenziali”.
Freddo il giudizio su Quota 100, perché le modifiche “aumenteranno ulteriormente la spesa pensionistica, imporranno un onere ancora maggiore sulle generazioni più giovani, lasceranno meno spazio alle politiche di crescita pro-crescita e porteranno a tassi di occupazione più bassi tra i lavoratori più anziani”. Per l’Fmi all’Italia servono riforme strutturali per aumentare la produttività e sbloccare il potenziale del Paese: un più alto potenziale di crescita, e non gli stimoli di bilancio o il rovesciamento delle riforme, è l’unica strada duratura per migliorare i risultati economici. Il rapporto ha confermato la stima sulla crescita selle scorse settimane di uno 0,6% quest’anno e comunque inferiore all’1% fino al 2023.Per il debito pubblico italiano la previsione è che nel 2019 si attesterà al 130,9%, in calo rispetto al 131,4% del 2018, e si manterrà sopra il 130% fino al 2023.
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