Dopo l’attacco delle opposizioni e la precisazione di Palazzo Chigi, che ha chiarito che nessun accordo è stato ancora siglato, oggi è sceso in campo anche il Movimento 5 Stelle, chiedendo un vertice di maggioranza sulla questione.
di An.Ga.
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Il Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, resta al centro delle polemiche. Dopo l’attacco delle opposizioni e la precisazione di Palazzo Chigi, che ha chiarito che nessun accordo è stato ancora siglato, oggi è sceso in campo anche il Movimento 5 Stelle, chiedendo un vertice di maggioranza sulla questione. «Il Parlamento aveva dato un preciso mandato al Presidente del Consiglio. La discussione sul Mes deve essere trasparente, il Parlamento non può essere tenuto all’oscuro dei progressi nella trattativa e non è accettabile alcuna riforma peggiorativa. Oggi è chiaro, invece, che la riforma del Mes sta andando proprio nella direzione che il Parlamento voleva scongiurare. Chiediamo al Capo Politico di far convocare un vertice di maggioranza, perché sul Mes noi non siamo d’accordo» hanno spiegato in una nota i deputati M5S della commissione Finanze.
27 novembre in calendario audizione Gualtieri su Mes
Intanto fonti del Mef precisano che il ministro Gualtieri ha inviato lo
scorso 7 novembre al Presidente della Commissione Finanze Alberto Bagnai la richiesta di essere audito in merito alla riforma del Mes, della quale è stata programmata la firma in dicembre sulla base dell’intesa raggiunta dal Consiglio europeo nello scorso mese di giugno. L’audizione è stata calendarizzata per il prossimo 27 novembre.
Salvini: Conte venga in parlamento sul Mes
Salvini è tornato sulla questione chiedendo a Conte di venire subito in Parlamento «a dire la verità, il sì alla modifica del Mes sarebbe la rovina per milioni di italiani e la fine della sovranità nazionale». Per il leader della Lega la modifica del trattato di stabilità «mette a rischio il risparmio e i titoli di Stato di milioni di italiani» perché «dall’oggi al domani – ha continuato – deciderebbe l’Europa in base al rischio quale titolo di Stato vale di più e quale di meno, chi può essere aiutato chi non deve essere aiutato, chi devo e chi non deve pagare. Rischieremmo di trovarci carta
straccia invece dei risparmi».
Palazzo Chigi: firma Mes a dicembre, Camere hanno potere veto
Lunedì sera Palazzo Chigi era dovuto intervenire con una nota per rispondere alle parole di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che accusavano il presidente del Consiglio Giuseppe Conte di avere avallato la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, senza il necessario coinvolgimento del Parlamento. «La sottoscrizione della revisione del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) è calendarizzata per dicembre e il ministro Gualtieri ha già chiarito, per iscritto, la sua disponibilità a riferire alle Camere l’avanzamento dei lavori e a illustrare nel dettaglio i contenuti della riforma», avevano spiegato fonti di Palazzo Chigi ribadendo che la revisione del Trattato non è stato ancora sottoscritta» e non c’è stata «nessuna firma né di giorno né di notte». In ogni caso, «il Parlamento ha potere di veto sull’approvazione definitiva e avrà modo di pronunciarsi in sede di ratifica, quindi prima di ogni determinazione sull’entrata in vigore».
Conte punta a rinvio se manca “logica pacchetto”
Le polemiche relative al Mes sono respinte dal premier Giuseppe Conte respinge visto che sul tema – si sottolinea – non c’è alcuna emergenza. Del resto – si rimarca – Conte già a giungo ha chiarito al Consiglio Ue che
la revisione del Mes va inserita in un pacchetto di riforme. Senza una “logica del pacchetto”, quindi, Roma, al Consiglio Ue di dicembre, punterà al rinvio della riforma, per la quale serve un ok unanime.