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Foodora, è ufficiale l’addio all’Italia: “mercato troppo difficile, cerchiamo acquirenti”

La società tedesca di consegne pasti a domicilio, presente in 10 paesi del mondo, lascia la Penisola, ma anche Australia, Olanda e Francia, per puntare su mercati in maggiore crescita e con migliori condizioni di sviluppo

Foodora, impresa tedesca di consegne pasti a domicilio, lascia l’Italia (ma anche l’Australia, l’Olanda e la Francia) per puntare su mercati in maggiore crescita che garantiscono migliori condizioni di sviluppo. Ne danno notizia Il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera, che riprendono un comunicato in cui la società tedesca Delivery Hero ha annunciato di cercare nuovi acquirenti per il suo marchio. Fino a che non ci sarà un nuovo proprietario tuttavia il servizio continuerà a funzionare regolarmente. “La strategia di Delivery Hero”, scrive in Emanuel Pallua, il co-fondatore di Foodora, “è quella di operare in modo economicamente efficiente, con focus su crescita e posizione di leadership in tutti i mercati in cui opera. In Italia questo obiettivo è ora difficile da raggiungere con investimenti ragionevoli”. 
“Per quanto riguarda l’Italia”, aggiunge Pallua, “siamo consapevoli dei risultati raggiunti finora per cui stiamo valutando possibili acquirenti. Questo annuncio non ha conseguenze sul servizio e sulle modalità con cui operiamo. La nostra piattaforma, il servizio dei ristoranti e i riders sono operativi come sempre. La nostra principale priorità è assicurare un futuro di successo anche con una nuova proprietà”.

Soltanto poche settimane fa, Foodora aveva annunciato in grande stile una “carta dei riders” proponendo un contratto di collaborazione e tutele minime ai fattorini in bicicletta e scooter, per cercare di prendere posizione sul tavolo delle trattative con il ministro Di Maio, i sindacati e gli altri operatori. Proprio altre società, quali Just Eat e Deliveroo, avevano risposto creando una associazione di categoria che aveva di fatto già spaccato il fronte datoriale, visto che la stessa Foodora e le altre aziende coinvolte nella “carta” non avevano aderito.

In Australia, invece, la piattaforma via app per le consegne di cibo a domicilio abbandona il mercato per una carenza di crescita. L’attività sarà interrotta il 20 agosto. Troppa la concorrenza dei principali avversari: Uber Eats, Menulog e Deliveroo.  I sindacati, d’altra parte, denunciano la fuga della società tedesca come un tentativo di evitare problemi con i pagamenti dei lavoratori, che sono sul tavolo della Fair Work Commission, il tribunale australiano del lavoro.

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