Il ministro dei Beni culturali e del Turismo ha anticipato alcune misure che dovrebbero rientrare nel provvedimento di maggio
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Di fronte a un turismo in ginocchio a causa dell’emergenza coronavirus il Governo annuncia aiuti a fondo perduto e un tax credit vacanza. Il ministro Dario Franceschini è intervenuto in un’informativa alla Camera e ha indicato le soluzioni allo studio. Soluzioni che dovrebbero rientrate nel decreto di maggio, la maxi manovra da 55 miliardi attesa nei prossimi giorni sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il turismo, ha detto, avrà una crisi strutturale che sarà più lunga degli altri settori colpiti dagli effetti del coronavirus.
Ipotesi aiuti a fondo perduto in relazione a calo fatturato
Franceschini ha ricordato la serie di ammortizzatori sociali applicati a questo settore che non li ha mai avuti assieme alla cultura (dalla cassa integrazione ai 600 euro) e ha poi ribadito alcune delle misure in lavorazione per il decreto 55 miliardi, che «sarà approvato in tempi molto brevi», ha assicurato. Tra le proposte, «l’intervento per le imprese commisurato al calo di fatturato che sarà diverso a seconda del fatturato dell’azienda. Uno dei limiti su cui si ragiona – ha spiegato – è 5 milioni di euro sotto i quali l’intervento dovrebbe essere a fondo perduto ma – secondo il ministro – riguarderà la quasi totalità delle piccole e medie imprese turistiche».
Arriva il tax credit vacanza
C’è poi il tax credit vacanza, un aiuto per le imprese e, come ha auspicato Franceschini, «per permettere di fare le vacanze a diversi milioni di famiglie a reddito medio-basso». Sarà solo per le strutture ricettive – ha precisato – perché lì il cliente viene identificato, i suoi dati vengono comunicati alla questura e paga la tassa di soggiorno e quindi non è possibile aggirare in nessun modo la norma».
Due fondi per turismo e cultura con Cdp
Sempre sul piano delle risorse, il ministro ha chiarito che «con Cassa Depositi e Prestiti stiamo lavorando su due fondi strategici, uno per la cultura e uno per il turismo, partendo da risorse pubbliche ma per raccogliere investimenti privati che consentano di intervenire anche a difesa delle nostre aziende. Uno dei rischi, infatti, è che gli alberghi o imprese, ora in grande difficoltà ma che torneranno a essere produttivi appena la crisi passerà, vengano comprati in modo trasparente o non trasparente e magari non da italiani. Quindi – ha sottolineato -bisogna difendere questo comparto».
La necessità per bar e ristoranti di mettere tavolo all’esterno
Il ministro ha poi ricordato l’intervento sugli affitti per tutte le imprese che non hanno avuto clienti. Infine i ristoranti e i bar che dovranno aprire con il distanziamento non avranno la reddivitità e «devono avere la possibilità di mettere tavoli all’esterno senza le normali procedure burocratiche, quindi stiamo ragionando su una norma che non faccia pagare l’occupazione di suolo pubblico per 6 mesi ristorando la somma ai comuni e evitando il nulla osta delle sovrintendenze».