“L’Italia sta attraversando una fase delicata, in cui la necessità di mettere finalmente a terra il Pnrr si scontra con i numerosi gap del sistema Paese, con il rischio di vanificare l’ingente piano economico stanziato per superare la crisi pandemica mondiale. Abbiamo di fronte una grandiosa chance per rilanciare l’economia in un’ottica sostenibile e di medio-lungo periodo, riformare e modernizzare lo Stato, il fisco, la giustizia, il sistema di formazione. In questo scenario, la concertazione con le nuove generazioni espressione delle categorie produttive e del mondo del lavoro, soprattutto nell’impiego di quei fondi destinati in futuro a generare nuovo debito pubblico, diventa imprescindibile” .
A dichiararlo è Benedetto Delle Site, presidente nazionale del Movimento Giovani dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) a margine dell’evento “Per la ripartenza dell’Italia una santa alleanza tra istituzioni, imprese, assicurazioni e banche” promosso dall’UCID del Lazio che si è tenuto a Roma giovedì 28 aprile.
All’evento hanno preso parte oltre cinquecento fra imprenditori e manager aderenti all’associazione che rappresenta i professionisti e capitani d’impresa cattolici. Presenti, tra gli altri, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato, Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo Economico e Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo.
“I giovani appartenenti alle organizzazioni espressione dell’impresa, delle professioni, di ogni categoria produttiva, sono disponibili a sedersi ad un tavolo”, sottolinea il presidente nazionale dei giovani dell’UCID. “Facciamo appello al governo Draghi affinché sul Pnrr si crei subito una vera cabina di regia fra questi giovani e il governo. Si tratta del nostro futuro e con la visione e le nuove competenze che ci sono tipiche possiamo offrire un contributo decisivo alla ripartenza, anche in termini di governance”.
“Una ‘santa alleanza’ fra istituzioni, imprese, operatori economici è possibile e le nuove generazioni – conclude Delle Site – sono pronte a fare la loro parte. Si tratta di dare voce ai più colpiti dalla crisi: anche come conseguenza della pandemia, secondo i dati Eurostat, l’Italia è il Paese europeo con il numero più alto di giovani che non studiano e non lavorano: 3 milioni, di cui circa 1 milione sono disoccupati, gli altri inattivi e circa 1,7 milioni di sesso femminile. Anche a causa di questa emergenza, in Italia vi sono un terzo delle donne disoccupate di tutta Europa, è ora di ascoltare la nostra voce”.