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Grecia: hanno fatto il deserto e lo chiamano pace. Varoufakis cita Tacito e denuncia l’ipocrisia

L’ex-ministro greco delle Finanze rifiutò di far parte di un esecutivo totalmente asservito all’Unione europea che ha tenuto sotto scacco la Grecia per 8 anni immiserendo la popolazione. Spiega come siano le banche estere ad averci guadagnato

“Per citare Tacito, hanno fatto il deserto e lo hanno chiamato pace, hanno messo la Grecia in un coma permanente e lo chiamano stabilità”. Così l’ex ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, intervistato dalla Bbc in occasione dell’uscita ufficiale di Atene dal terzo e ultimo piano di “salvataggio”.

Dopo 8 anni la Grecia esce dal commissariamento della troika, spacciato come salvifico e provvidenziale, in realtà cappio al collo dell’economia voluto da Bruxelles e fedelmente applicato dal primo ministro Tsipras contro la volontà del popolo sovrano. Gli indicatori sociali restano drammatici: il tasso di disoccupazione giovanile, ad esempio, si attesta intorno al 40%. Intere famiglie vivono con le pensioni di un migliaio o meno di euro percepite dal membro più anziano della famiglia. Buona parte dei “gioielli di famiglia” dello Stato e delle imprese turistiche sono stati svenduti all’estero, soprattutto (casualmente) a gruppi tedeschi.

“L’economia greca non è mai stata salvata dal bailout; ciò che è accaduto è che le istituzioni di credito dell’Ue, insieme al Fmi, in stato di panico perché le banche francesi e tedesche stavano collassando dopo la crisi del 2008, hanno imposto alla Grecia il cosiddetto bail-out. È Stato un salvataggio per le banche tedesche e francesi – spiega Varoufakis, oggi leader del Movimento Diem25 – Hanno trasformato la Grecia in una colonia morta e solo di recente hanno deciso di dichiarare vittoria”.

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