Il ministro prudente sulla rimodulazione dell’Iva: «Stiamo riflettendo sulla strada migliore». Disponibilità ad abbassare le aliquote Irpef e rivedere le detrazioni
di Fabio Tamburini
Gualtieri a Telefisco: «Iva e detrazioni nel cantiere della riforma Irpef»
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La riforma fiscale? «È un obiettivo molto ambizioso ma vogliamo farla entro l’anno». La rimodulazione delle aliquote Iva? «Preferisco essere prudente perché stiamo riflettendo sulla strada migliore da seguire». La riduzione del numero delle detrazioni? «Trovo molto più sensato abbassare le aliquote Irpef e un peso minore delle detrazioni», ma senza retroattività. In apertura di Telefisco, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, ha messo alcuni punti fermi sulle scelte di politica fiscale in arrivo annunciando «l’intenzione di presentare il disegno di legge delega entro aprile». Ben presente è la necessità di una semplificazione normativa che cittadini e operatori attendono da tempo.
Come ha deciso di muoversi?
Vogliamo realizzare una riforma fiscale complessiva. Sappiamo che è un obiettivo molto ambizioso, ma vogliamo farlo durante quest’anno. Sono sempre prudente negli annunci e quindi so bene che questa è una sfida. Una sfida necessaria perché siamo arrivati a un livello di affastellamento, scomposizione e complicazione del nostro ordinamento tributario. Semplificazione e razionalizzazione sono le due direttrici da seguire per riscrivere le regole. Il mio obiettivo è presentare un disegno di legge delega e poi procedere alla sua approvazione anche in parallelo al lavoro sui decreti delegati.
Chi verrà coinvolto?
La riforma richiede una preparazione molto intensa che stiamo avviando e che vogliamo svolgere nel segno della serietà, dell’approfondimento e del dialogo non solo all’interno del Mef e tra le forze politiche ma anche all’esterno. Quindi ci rivolgeremo anche fuori dal perimetro del governo e della maggioranza e ascolteremo le posizioni, i suggerimenti che verranno dal mondo degli esperti e dalle categorie economiche, produttive, dagli studiosi e dagli esperti della materia. È evidente che ci troveremo difronte a molte richieste diverse e il momento fondamentale sarà quello della scelta politica. Però, per esempio, una delle ragioni per cui abbiamo deciso di non avventurarci in una parziale rimodulazione delle aliquote, durante la preparazione della legge di bilancio, è anche la consapevolezza che interventi di questa portata richiedono una preparazione, un dialogo, un lavoro serio, non si possono improvvisare. Quindi ci siamo dati il 2020 per impostare e realizzare una riforma più ampia. Ripeto: è molto ambizioso ma siamo determinati a realizzare questo obiettivo.
Aprile e fine anno sono dietro l’angolo e il tempo passa in fretta. Quali sono le linee guida della riforma?
Mi consentirà di essere particolarmente prudente da questo punto di vista perché, come ho detto, sarebbe improprio presentarsi con una ricetta in tasca e credo che sia bene annunciare un modello nel momento in cui si saranno svolti i necessari passaggi di riflessione, di approfondimento, di confronto. I principi di fondo sono quelli che ho ricordato. Noi dobbiamo semplificare il nostro sistema fiscale. Io ho trovato una giungla di tax expenditure, bonus, detrazioni. Abbiamo avuto anche una scomposizione, differenziazione, di diverse tipologie di tassazione su segmenti di diverse tipologie di reddito. Abbiamo davvero un sistema che ha raggiunto un livello di complicazione molto alto.
Qual è l’obiettivo?
La riduzione del carico fiscale sul lavoro, su tutte le forme di lavoro, ma anche la definizione di un quadro più consolidato di finanza pubblica sul quale siamo piuttosto ottimisti perché i dati ci incoraggiano. Abbiamo anche avuto modo, amichevolmente, di dissentire dal Fondo Monetario Internazionale sulla previsione del 2,4 di deficit che non appare basata sui dati che noi abbiamo. Abbiamo risultati molto positivi sulle entrate. E, anche per vicende politiche che hanno dato finalmente una corretta percezione sulla stabilità e sulla prospettiva di legislatura di questo governo, anche un andamento del mercato dei titoli di stato che in qualche modo potrebbe ridurre ulteriormente la spesa per gli interessi. Quindi l’efficacia del contrasto all’evasione, le possibilità di ulteriore riduzione del costo della spesa interessi possono determinare anche spazi di manovra fiscali, che non siamo ancora in grado di quantificare, ma che serviranno a un’ulteriore riduzione del carico fiscale sul lavoro, che comunque beneficierà anche dell’intervento, forse un po’ sottovalutato, sul cuneo fiscale che abbiamo già potuto varare nella legge di bilancio. Fermo restando che le risorse disponibili devono servire a ridurre il debito e fare investimenti.