La Commissione europea «risponderà alla richiesta per un’azione decisiva attraverso un recovery plan e un quadro finanziario pluriennale rafforzato»
di Nicola Barone
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«Sul Mes è stata eliminata ogni condizionalità, si è introdotto uno strumento facoltativo, una linea di liquidità fino al 2% del Pil, che può essere attivato senza condizione». Dopo giorni di tensione l’Eurogruppo trova un accordo in potenza soddisfacente per tutti, dall’Italia all’Olanda, varando un piano economico da 500 miliardi complessivi. E il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, parlando ad Uno Mattina, difende il compromesso raggiunto.
«Grottesche le accuse di Salvini-Meloni»
Vito Crimi, capo politico del M5S, e fonti del Tesoro smentiscono all’unisono che l’Italia abbia chiesto l’attivazione del fondo salva-Stati. Per questo secondo Gualtieri quelle dell’opposizione «sono accuse grottesche: forse Salvini e Meloni ignorano che il Mes già esiste, e che ci sono le condizionalità, cioè il controllo della troika». In particolare, spiega il ministro, «l’Eurogruppo ha proposto, e non deciso, che il Mes possa offrire, oltre al meccanismo che la troika, anche uno strumento incondizionato dal quale, i Paesi che lo vorranno, non l’Italia, potranno prendere dei soldi senza condizione». Ribadendo che «l’Italia e il premier Conte hanno detto e ripetuto che il Mes non è adatto affrontare la crisi».
Gli strumenti proposti dall’Eurogruppo
Sono quattro gli strumenti proposti dall’Eurogruppo al Consiglio europeo per affrontare la crisi economica provocata dal coronavirus. E per il governo italiano, come ribadito da Gualtieri, «il pacchetto esiste se ci sono tutti». Si tratta del fondo per la ripresa finanziato da titoli comuni; quello Bei per sostenere la liquidità; il meccanismo Sure per la cassa integrazione; e l’utilizzo, evocato sopra, di una linea di credito del Mes senza condizionalità.
«Non chiediamo mutualizzazione del debito»
«Non chiediamo la mutualizzazione del debito passato, ma che le risorse necessarie per la sfida contro il virus siano risorse comuni. Più saranno tante, più saremo forti per superare la crisi e far ripartire l’economia», tiene a dire ancora il responsabile dell’Economia. Sul recovery plan c’è «la battaglia più dura» in Europa. «L’Italia chiede insieme ad un folto gruppo di alleati che lo strumento sia messo in campo rapidamente e che abbia una dimensione grande proprio attraverso l’emissione di eurobond.
Alcuni Paesi si oppongono ma siamo riusciti a metterla sul tavolo. Per noi è la proposta e nel Consiglio Ue saremo molto determinati. Gli altri tre strumenti ammontano a circa 500 miliardi, penso che questo fondo per la ripresa debba arrivare a 1.000-1.500 miliardi alimentato con titoli comuni».
Von der Leyen: «risultato cruciale»
Accoglie «con favore» il risultato «cruciale» raggiunto dall’Eurogruppo «e il sostegno a Sure per mantenere le persone al lavoro», la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. E aggiunge che l’esecutivo da lei guidato «risponderà alla richiesta per un’azione decisiva attraverso un recovery plan e un quadro finanziario pluriennale rafforzato, in collaborazione con il presidente del consiglio europeo Charles Michel e le altre istituzioni». Il commissario europeo Paolo Gentiloni condivide lo stesso spirito. «Con 500 miliardi i paesi europei si coordinano per una politica economica che affianchi quella monetaria della Bce. È un primo passo, ma è anche la prima volta. Il Fondo per la rinascita è la prossima sfida di questo impegno comune. L’Europa è solidarietà».