Con garanzia prestiti 500 milioni in dieci giorni
«In soli dieci giorni, fra il 17 e il 27 aprile, per la copertura al 100% dei prestiti fino a 25.000 imprese abbiamo ad oggi 20.835 domande per un importo finanziato di quasi mezzo miliardo di euro, 449 milioni. Dopo un inizio con numerose criticità, lo strumento sta iniziando ad essere attuato
più rapidamente». La moratoria sui prestiti prevista dal «Cura Italia» si sta rivelando molto efficace, con un primo sostegno pari a 140 miliardi di prestiti al 17 aprile, cifra ora probabilmente aumentata».
Per le imprese anche rafforzamento del patrimonio
Nel decreto in vista è previsto «un importante pacchetto di nuovi interventi di supporto alle imprese, che terrà conto sia della loro dimensione che dell’impatto avuto dalla crisi. La tenuta del sistema delle imprese sarà assicurata da specifiche forme di sostegno a fondo perduto per chi ha subito l’impatto della crisi». Il ministro conferma che «sono all’esame possibili iniziative volte al rafforzamento patrimoniale di imprese per contribuire all’assorbimento delle perdite generate dalla crisi, e per sostenerle con prospettive di rilancio e il finanziamento di investimenti per la ripresa e la crescita, in linea con le riflessioni in corso in altri Paesi europei». Anche la Commissione Ue «sta considerando adeguamenti al Quadro Temporaneo in materia di aiuti stato per consentire maggiore flessibilità per interventi di questo tipo».
Ai Comuni 3,5 miliardi,subito il 30% delle risorse
Per «sostenere l’azione» degli enti territoriali, «in modo particolare nell’erogazione dei servizi essenziali, sarà costituito un fondo con una dotazione di 3,5 miliardi di euro in favore di Comuni, Province e Città
metropolitane, incluse le autonomie speciali». Entro pochi giorni dall’adozione del decreto sarà predisposta l’erogazione di un anticipo del 30% del fondo, parametrata alle entrate di ciascun ente. Questo allo scopo di andare incontro alla potenziale carenza di liquidità.
Giù tasse dallo stop ad aumenti Iva e accise
L’escutivo chiede l’autorizzazione a intervenire anche negli anni successivi per eliminare definitivamente l’incremento di Iva e accise dal 2021 e sostenere, allo stesso tempo, un congruo pacchetto di investimenti. Per Gualtieri, ascoltato dalle commissioni Bilancio di Senato e Camera, l’intervento costituirebbe una «fondamentale operazione di pulizia del bilancio pubblico che aumenta la trasparenza e la credibilità delle previsioni». Inoltre comporterà anche un calo della pressione fiscale pari «all’1,1% del Pil che restituisce maggiori margini di politica economica». In linea generale «l’intonazione della politica fiscale dovrà rimanere espansiva per un congruo periodo di tempo» sia pure con attenzione alla stabilità dei conti.
Per Piano nazionale di riforma rinvio di un mese
«Improvvisamente ci siamo trovati in un contesto elevata incertezza che rende difficile la predisposizione di previsioni economiche» quindi il Def, sulla base delle linee guida Ue, ha «uno scenario limitato al biennio 2020-21 e la pubblicazione del Piano nazionale di riforma e dei principali allegati è rinviata di almeno un mese per attendere gli sviluppi dell’epidemia, il programma di riapertura dei settori produttivi e affrontare il disegno della fase della ripresa con adeguato dibattito», è la previsione del ministro.