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Guerra: fuori dall’Irpef gli sconti per i familiari

La proposta di leu

La sottosegretaria al Mef: progressività continua senza salti di imposta

di Marco Mobili

29 gennaio 2020


(IMAGOECONOMICA)

3′ di lettura

Riscrivere la curva della progressività ma definendo numero degli scaglioni e delle aliquote in stretta connessione con una rimodulazione delle detrazioni e delle deduzioni che variano al variare del reddito. Sotto osservazione anche la base imponibile e i diversi regimi di esenzione, speciali o sostitutivi che ormai caratterizzano l’Imposta sul reddito delle persone fisiche. Così come bisogna decidere quali sono le agevolazioni (tax expenditures) che si intendono mantenere e quali no.

Per il sottosegretario all’Economia Maria Cecilia Guerra (Leu) sono certamente questi i tre punti da cui partire per rivedere la tassazione sulle persone fisiche, a cui va aggiunto un quarto aspetto imprescindibile: «il gettito fiscale va presidiato per sostenere il welfare e pagare gli interessi del debito pubblico. E per questo occorre essere tenaci sulla legalità e rigorosi nel contrasto all’evasione». In fondo, aggiunge ancora la Guerra, «se non ci fosse evasione non ci sarebbero neanche gli abusi di trasferimenti sociali, tra cui non solo quelli legati al reddito di cittadinanza, ma anche quelli per l’accesso ai servizi e agli sconti sulle rette degli asili e dei nidi».

La riforma dell’Irpef dovrà poggiare sulla revisione delle detrazione degli sconti fiscali, con due indicazioni: «tenere conto che la detrazione per lavoro dipendente ha anche la funzione di riconoscere in modo forfettario le spese di produzione del reddito che nel caso di lavoro autonomo sono riconosciute analiticamente; prevedere che il sostegno alle famiglie con figli avvenga sotto forma di trasferimenti (il cosiddetto assegno unico) e non di detrazioni fiscali. E questo perchè i trasferimenti diversamente dalle detrazioni possono essere legati alla situazione reale della famiglia in base all’Isee ed essere riconosciuti anche agli incapienti».

Il cantiere del nuovo Fisco è di fatto partito con il primo step legato al taglio del cuneo fiscale che attende ancora la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Un intervento programmato con la legge di bilancio da far partire il primo luglio e che, come sottolinea il sottosegretario, ha una duplice funzione: «Riduce l’onere fiscale per 16 milioni di lavoratori dipendenti e introduce un principio di riequilibrio del sistema fiscale in relazione ai redditi da lavoro autonomo, che a parità di importi dichiarati, beneficiano di un prelievo proporzionale». Inoltre, con l’estensione fino a 40mila euro del bonus e delle detrazioni si interviene anche per ribilanciare l’imposizione tra i redditi bassi e quelli medi, precisa ancora la Guerra.

La delega si concentrerà sull’Irpef ma il confronto è aperto anche su una rimodulazione dell’Iva che, come emerge ad esempio dalla «proposta Di Nicola» pubblicata su queste pagine (si veda Il Sole 24 Ore del 22 gennaio scorso) «potrebbe essere utili non solo a rivedere i panieri, ma anche a recuperare gettito fiscale da utilizzare per ridurre le tasse».

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