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I chiarimenti sulle chiusure: ecco come interpretare i codici Ateco

Imprese ambulanti di ortofrutta
Viene ribadito che l’ambulante di prodotti agricoli non può venderli in strada, dove potrebbe creare assembramenti di persone, ma può organizzarsi per ricevere gli ordinativi e per consegnare la merce a domicilio, rispettando le norme igienico sanitarie nella fase di confezionamento e in quella di trasporto, finalizzata alla consegna di prodotti ortofrutticoli al domicilio dell’acquirente.

Ristorazione a domicilio
Viene infine confermato che l’attività di ristorazione è consentita solo per la consegna a domicilio e solo nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto.

Le opzioni sulle riaperture
Come detto, sarà probabilmente dopo Pasqua che si procederà a limitate riaperture. Con gradualità e limitandosi probabilmente a sottocodici (si pensi ad alcune voci dell’universo della meccanica) che hanno strette relazioni produttive con le filiere strategiche dell’agroalimentare e della farmaceutica. Il ministero dello Sviluppo, almeno al momento, esclude riaperture differenziate territorialmente, cioè partendo dalle regioni in cui i dati epidemiologici sono meno gravi. Il rischio in questo caso sarebbe creare asimmetrie di mercato, squilibri concorrenziali che penalizzerebbero le imprese situate nei territori più colpiti.

Il caso dell’abbigliamento all’ingrosso
Restano da chiarire la tabella di marcia e soprattutto i possibili aiuti per settori che lamentano di essere stati finora completamente sottovalutati dal governo, come il commercio all’ingresso di abbigliamento. Un comparto penalizzato dagli acquisti già effettuati per le collezioni primavera-estate, merce già pagata o con obblighi di pagamento che giace in magazzino o è destinata a farlo per mesi. Con inevitabile drastico deprezzamento. Un settore che ha patito tra l’altro la decisione poco lineare, nella fase iniziale, di chiudere i negozi al dettaglio di abbigliamento ma lasciando aperti quelli all’ingrosso che si sono ritrovati senza clienti da poter rifornire ma con la contemporanea esclusione dalla lista dei settori da indennizzare o agevolare.

Per approfondire:
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Fonte

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