Servono robot? Amazon non si limita a comprarli: acquisisce, tutta o in parte, le società che li producono. Nel 2012 ha sborsato 775 milioni di dollari per portare a Seattle Kiva Systems, la società che produce robot già oggi utilizzati nel magazzini. Adesso è arrivato il turno di una società francese, Balyo. La compagnia produce muletti autonomi, capaci di spostare la merce sugli scaffali, prelevarla quando deve essere spedita, leggere il codice a barre per tracciare gli articoli.
Termini ed effetti dell’operazione
Secondo i termini dell’accordo, rivelati da Reuters e confermati da Balyo (che ha rilanciato la notizia sul proprio sito ufficiale), Amazon potrebbe arrivare a detenere il 29% della compagnia francese. Amazon, infatti, non ha ancora definito una cifra certa ma solo una soglia massima. Riceverà dei titoli, che potrà convertire in azioni man mano che acquisterà i muletti. In pratica, nel momento in cui Amazon comprerà i robot per le esigenze dei propri magazzini, otterrà anche quote di Balyo. Fino a un massimo del 29% se Jeff Bezos decidesse di raggiungere il massimo degli ordini stabilito: 300 milioni di euro nei prossimi sette anni.
Per la compagnia francese è manna. Nel migliore dei casi incasserebbe una media di quasi 43 milioni l’anno. Cioè andrebbe vicino al raddoppio del fatturato attuale. Fondata nel 2005, Balyo dovrebbe infatti chiudere il 2018 con vendite di 23,3 milioni di euro, il 40% in più rispetto all’anno precedente. In pratica, la compagnia francese apre le porte ad Amazon in cambio di una maggiore stabilità futura.
Senza contare la solidità che può garantire avere nel proprio capitale il più grande rivenditore online d’Occidente. “Questo accordo – ha affermato l’amministratore delegato di Balyo, Fabien Bardinet – rappresenta un’opportunità senza precedenti di far crescere l’attività e sostiene la solidità dei nostri investimenti nel corso degli anni per perfezionare le nostre soluzioni robotiche”. L’impatto dell’accordo si è visto subito in borsa. Il titolo di Baylo, quotato a Parigi, si è apprezzato del 51%.
Un successo francese
Amazon conferma l’attenzione per la Francia. Un anno fa era arrivato l’annuncio di 2000 nuove assunzioni nel Paese, seguite alle 1500 del 2017. La Francia è il terzo maggiore mercato europeo per la piattaforma di e-commerce, ma si sta imponendo tra le grandi compagnie di oltreoceano come bacino tecnologico su cui puntare. La crescita di Baylo è infatti figlia del tessuto di venture capital transalpino. Prima di arrivare in borsa, ha incassato un round da 10 milioni nel 2015. Tutti provenienti da investitori connazionali come Seventure Partners, Bpifrance e Robolution Capital.
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Perché Amazon compra
Amazon conferma l’importanza dell’automazione, elemento fondamentale nella gestione dei magazzini e nella logistica, in grado di aumentare l’efficienza e tagliare i costi. Si è molto discusso di alcuni brevetti Amazon che sembravano voler trasformare i dipendenti in robot, come il bracciali che ne traccia i movimenti.
O come una gabbia mobile pensata per proteggere gli operatori in un ambiente popolato da uomini e macchine. Con tutta probabilità, non vedremo nulla di tutto questo. E non tanto perché Amazon si sia di colpo ravveduta. Semplicemente, strumenti come questi non sono più necessari. Lo dicono operazioni come quella di Baylo. Lo ha aveva detto il vicepresidente di Amazon Dave Clark per rispondere alle proteste contro il progetto della gabbia: “Questo brevetto – aveva scritto su Twitter – non è mai stato utilizzato e non abbiamo in progetto di utilizzarlo. Abbiamo sviluppato soluzioni di gran lunga migliori”.
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