(Afp)
Cina, produzione industriale
La Cina fissa il suo obiettivo di crescita tra il 6% e il 6,5% – al di sotto del tasso del 6,6% di crescita del 2018 – e prevede un incremento delle spese militari del 7,5% nel 2019, di poco inferiore all’8,1% raggiunto lo scorso anno, ma deve preparasi a “difficili sfide” per il proprio sviluppo.
All’apertura dei lavori dell’Assemblea nazionale del Popolo, il parlamento cinese che ratifica le decisioni del governo, il primo ministro, Li Keqiang, ha sottolineato che “nel perseguimento dello sviluppo quest’anno, affronteremo un clima più grave e complicato” e che la Cina deve essere pronta “a una difficile sfida” per sostenere il proprio sviluppo.
Per sostenere i settori chiave dell’economia e contrastare il rallentamento della crescita, la Cina opererà una massiccio taglio delle tasse, per un valore complessivo di duemila miliardi di yuan (263,4 miliardi di euro) a cominciare da una riduzione del 3% dell’Iva, che passerà dal 16% al 13%, e aumenterà gli investimenti in infrastrutture. “Continueremo a perseguire una crescita trainata dall’innovazione e da nuovi motori per la crescita”, ha dichiarato, “sostenendo le imprese nell’innovazione”.
La Cina, ha detto Li, continuerà una politica fiscale “dinamica, ed efficace”, e una politica monetaria “non troppo stretta, né troppo lasca”, con la possibilità tagli mirati ai requisiti di riserva delle banche per andare incontro alle esigenze di liquidità delle piccole imprese. Una delle priorità sul piano interno sarà quella di “bilanciare la crescita e i rischi”.
I riflettori sono puntati sull’attesa legge sugli investimenti stranieri, prevista per il 15 marzo prossimo, che mira a proteggere i diritti degli investitori stranieri nel Paese e assicurare l’equa competizione, nella direzione delle richieste delle imprese statunitensi ed europee che operano nel Paese.
“Allineeremo le nostre politiche con le regole accettate internazionalmente e aumenteremo la trasparenza”, ha detto il premier cinese in un passaggio sulle aperture del sistema.
Le incertezze esterne alla crescita arrivano in primo luogo dal confronto con gli Stati Uniti. Li Keqiang ha promesso di promuovere i colloqui tra Cina e Stati Uniti sul commercio, senza scendere nel dettaglio: secondo le ultime voci, Cina e Stati Uniti sarebbero vicine a un’intesa che potrebbe siglata a fine mese dal presidente Usa, Donald Trump, e dal presidente cinese, Xi Jinping, ma il ministro del Commercio di Pechino, Zhong Shan, poco dopo la conclusione del discorso del premier, ha ricordato le difficoltà dei colloqui e la necessità di un punto di incontro “a metà strada” tra Washington e Pechino per raggiungere un accordo complessivo.
Sul piano internazionale, la Cina continuerà a promuovere la riforma della governance globale. La Cina, ha detto il primo ministro al termine di un discorso durato circa due ore, difende la globalizzazione economica e il libero scambio: Pechino rimarrà sul sentiero dello “sviluppo pacifico”, ed è “pronta lavorare con tutti per condividere pace e prosperità”.
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