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Il capo di Goldman Sachs è anche un bravo Dj 

goldman sachs

Nicholas Hunt / Getty / Afp

Sean “Diddy” Combs e David M. Solomon 

Lo scorso giugno nella classifica dance di Billboard, la più importante rivista specializzata americana, appariva DJ D-Sol, con la sua “Don’t Stop”. Un pezzo abbastanza “old school”, d’altra parte D-Sol non è più un giovincello essendo un classe ’62.

Quello che molti non sanno è che dietro quel Dj che ha fatto ballare ragazzi in nightclub e festival da New York a Miami, si nasconde David Michael Solomon, amministratore delegato e presidente poi, di Goldman Sachs, forse la più potente banca d’affari del mondo.

Una doppia vita che non solo fa di lui uno dei personaggi più in vista e affascinanti di Wall Street, ma uno di quelli, soprattutto, che tendono oggi a cambiare completamente l’immagine del mondo degli affari. Dimenticatevi dunque il Gordon Gekko di Michael Douglas: in Gordon Sachs si sta per cambiare divisa.

Cambio di stile (ma non di rotta)

Una scelta, comunicata ai 36 mila dipendenti della banca, che potrebbe apparire semplicemente come il cambio di stile rispetto ai 12 anni di presidenza del ben più austero Lloyd Blanfkein, oppure un modo per stare al passo coi tempi e andare incontro a quel 75% dei dipendenti Goldman Sachs che non hanno ancora raggiunto i 35 anni di età.

In realtà, nella circolare che ha fatto pervenire ai suoi dipendenti Solomon chiede un look che più che altro possa mettere a proprio agio il cliente. “Goldman Sachs – scrive nella circolare – ha una vasta e diversificata base di clienti in tutto il mondo, e vogliamo che tutti i nostri clienti si sentano a proprio agio e sicuri del nostro team, quindi per favore vestite in modo coerente con le aspettative dei vostri clienti”.

Una scelta puramente di marketing quindi, che permette anche ad una società che essendo stata fondata nel 1869 quest’anno varca i 150 anni di attività, di mettersi al pari di tutte queste giovani aziende di matrice “internettiana”. Sarà difficile, intendiamoci, che qualcuno concluda affari di alta portata, così come consuetudine per una realtà come Goldman, con scarpe da ginnastica e tuta, la richiesta di Solomon non verte su un abbigliamento necessariamente più casual, ma solo più adeguato; “Tutti noi – continua nella lettera – sappiamo cosa è e non è appropriato per il posto di lavoro”. E sul profilo Twitter della banca viene così lanciato anche un sondaggio per capire cosa si aspetta il pubblico di trovare dentro Goldman e le risposte sono piuttosto precise:

“Chiedo per un amico” si conclude il tweet. Pare che D-Sol farà suonare dentro la banca più potente del mondo, tutta un’altra musica.

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