Il portale dell’ente di previdenza è stato preso d’assalto fin dalle primissime ore della mattinata dai lavoratori che puntavano a ottenere i 600 euro previsti dal decreto Cura Italia
di Andrea Carli
4′ di lettura
Se non era un click day, tale è stato percepito. Migliaia di richieste di lavoratori autonomi travolti dall’emergenza economica scaturita dalle misure restrittive per il coronavirus che si collegano al sito dell’Inps fin dalle primissime ore della mattinata. Ciascuno davanti a un pc, la mano sul mouse pronto a cliccare l’icona giusta per vedersi riconosciuto il bonus da 600 euro previsto dal decreto Cura Italia. In molti, però, non riescono ad accedere al portale. Si scatenano le proteste sulle chat e sui social. Il sistema non regge, “va in down”. Pressione sul presidente dell’ente di previdenza Pasquale Tridico. Poi la decisione di chiudere il sito, e di riaprirlo con orari diversi a seconda che a fare domanda siano patronati/consulenti o cittadini. Infine, l’ultimo tassello sulla giornata terribile dell’Inps: l’ombra di un attacco hacker.
Le rassicurazioni di Tridico
È la cronaca di un sistema informatico per molte ore in stallo nonostante alla vigilia Tridico – dopo aver ventilato nei giorni precedenti l’ipotesi di un click day per accedere a questo sostegno – avesse chiarito che non ci sarebbe stato alcun ordine cronologico nella presentazione delle richieste, che si sarebbe potuto inviare le domande anche nei giorni successivi al primo aprile collegandosi al sito e cliccando sul banner dedicato, e che il pagamento sarebbe cominciato il 15 aprile e proseguito per tutto il mese.
Migliaia di richieste fin dalle primissime ore della giornata
La cronaca racconta però un’altra storia. «Dall’una di notte alle 8.30 circa – spiegava Tridico nelle ore più calde -, abbiamo ricevuto 300mila domande regolari. Adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo. Una cosa mai vista sui sistemi dell’Inps che stanno reggendo, sebbene gli intasamenti sono inevitabili con questi numeri».
Cinque milioni di potenziali beneficiari
Una valanga di domande in poche ore, dunque. Del resto, la platea che può accedere al beneficio è di poco più di cinque milioni di persone: commercianti, artigiani e coltivatori diretti, liberi professionisti non iscritti a casse di previdenza obbligatoria, collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori stagionali e dello spettacolo. E tutti si sono mossi come se quello che si è aperto oggi fosse nella sostanza un click day senza prova d’appello, sulla base della logica “o ora o mai più”. Il timore di non riuscire a ottenere il bonus di 600 euro per il mese di marzo è stato più forte delle rassicurazioni promosse dall’istituto alla vigilia. La crisi economica scaturita dalla pandemia ha colpito duro.
Le segnalazioni di chi non è riuscito ad accedere
Il grande ingorgo ha fatto sì che a un certo punto risultasse impossibile accedere al portale. Non solo: l’attività del sito è stata rallentata anche per tutte le altre richieste. Un caos in piena regola, insomma. Migliaia di segnalazioni sono pervenute alla casella di posta elettronica predisposta dal Sole 24 Ore ([email protected]).