A margine della presentazione del Rapporto Cnel sul mercato lavoro, la ministra ha auspicato «un nuovo patto tra Stato, impresa e lavoratori» per il salario minimo, che ha «effetti positivi sull’economia perché significa più certezza nel futuro, compresa una pensione dignitosa domani, più potere d’acquisto, più consumi e più profitti per le imprese»
Ex Ilva, per Arcelor Mittal ci sono 4700 esuberi entro 2023
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«Il ministero sta studiando diverse norme, ve ne posso anticipare una: un esonero contributivo triennale al 100% per i datori di lavoro che volessero assumere i lavoratori in amministrazione straordinaria e quindi in cassa integrazione». A dirlo è la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, parlando dei lavoratori dell’ex Ilva a margine di un convegno al Cnel a Roma.
No agli esuberi per ex Ilva e Alitalia
In generale per l’Arcelor Mittal «c’è un pacchetto di misure che stiamo studiando e che sono pronte per essere portate all’ordine del giorno». «Ovviamente siamo assolutamente contrari agli esuberi, questo è quello che stiamo portando avanti come governo», ha poi aggiunto riferendosi alle ricadute occupazionali sulle crisi aziendali di maggior rilievo, Alitalia ed ex Ilva.
Patto per il salario minimo
Catalfo ha poi auspicato «un nuovo patto tra Stato, impresa e lavoratori» per il salario minimo. A margine della presentazione del Rapporto Cnel sul mercato lavoro, la ministra ha osservato che «il salario minimo ha effetti positivi sull’economia perché significa più certezza nel futuro, compresa una pensione dignitosa domani, più potere d’acquisto, più consumi e più profitti per le imprese, oltre a una generalizzata riduzione delle diseguaglianze».
Incentivo alla prodittività
Un lavoratore «ben pagato è un lavoratore più produttivo. Un’economia avanzata non può andare avanti con lavoretti precari e sottopagati». Catalfo ha ricordato poi che il salario minino è al centro dell’agenda europea: «Ho proposto che il modello italiano di collegamento con la contrattazione può essere un utile punto di partenza per introdurre un salario minimo europeo rafforzando la contrattazione collettiva».
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