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Imprese, bruciati 280 miliardi. Fatturato in caduta libera: nel Nord Est -21,3%

osservatorio dei commercialisti

La fotografia scattata considera circa 830mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di euro, l’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici

di N.Co.

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Massimo Miani (Imagoeconomica)

La fotografia scattata considera circa 830mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di euro, l’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici

9 luglio 2020


3′ di lettura

Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane – spa e srl – nel primo semestre dell’anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro. Il dato è stato reso noto dall’Osservatorio sui bilanci delle Srl 2018 e stime 2020 del Consiglio e della Fondazione nazionale dei commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza coronavirus e del conseguente lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell’anno. Nell’analisi sono considerate circa 830mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di euro, l’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici. L’osservatorio sui bilanci dei commercialisti elabora i dati presenti nella banca dati Aida di Bureau van Dijk.

LE MACROAREE

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Miani: urgente spingere la ripresa

Adesso «è urgente intervenire – ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – per spingere la ripresa, sia con interventi di alleggerimento della pressione finanziaria sulle imprese, a partire dal versante fiscale, sia con interventi che rafforzino il clima di sicurezza generale e quello più specifico nei settori produttivi. Non ci sembra appropriato l’eventuale intervento sull’Iva, oneroso per il bilancio pubblico ma molto poco stimolante per la ripresa di consumi e investimenti, mentre molto importanti appaiono gli interventi di stimolazione produttiva come l’ecobonus al 110%, a patto però che vengano lanciati velocemente in un quadro regolatorio il più chiaro e trasparente possibile».

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Per Miani «sarà fondamentale disegnare nel medio periodo una riforma fiscale che completando il riequilibrio ormai interrotto tra la tassazione sul lavoro e quella sui consumi, riduca la pressione fiscale sul ceto medio e sui giovani, così da favorire sia un accrescimento del reddito spendibile da parte delle famiglie con figli, che hanno una più elevata propensione al consumo, sia incentivando la propensione a lavorare delle fasce più deboli e l’emersione del nero».

La maggior sofferenza nel Nord-Est

La maggior sofferenza nelle macroaree si registra nel Nord-Est (-21,3%), mentre le isole (-17,6%) fanno registrare la minor perdita in termini di variazione percentuale. Nel solo mese di aprile, unico mese ad essere sottoposto interamente agli effetti della fase 1 del lockdown, la perdita di fatturato calcolata sulla base delle simulazioni descritte è pari a 93 miliardi di euro (-39,1%). Nel Nord Ovest le perdite si attestano a -19,5%, mentre il Centro segna -18,3 per cento e il Meridione – 21,2 per cento. Il dato complessivo delle perdite in Italia si attesta a – 19,7 per cento.

LA TOP 10

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Potenza la provincia in maggiore difficoltà

Tra le province ad accusare maggiormente gli effetti della pandemia, Potenza (-29,1%), Arezzo (-27,2%), Fermo (-26,3%), Chieti (-25,8%) e Prato (-25,3%) con performance peggiori del dato nazionale, mentre resistono meglio Siracusa (-13,7%), Cagliari (-13,8%), Roma (-16,1%), Genova (-16,5%) e Trieste (16,7%).

Fonte

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