Nel Paese delle aquile sono già 20 mila gli imprenditori italiani operativi. Un sistema fiscale “morbido” e la voglia di Made in Italy hanno spinto numerose imprese italiane a stabilirsi in Albania. E il successo è arrivato
Ve lo ricordate l’albanese che sognava l’Italia e rischiava la pelle sul barcone pur di raggiungere la terra delle mille opportunità vista splendere, con famiglie che mangiano la pasta e sorseggino del buon vino sulle nostre televisioni? Ribaltate o accantonate lo stereotipo anni Novanta: oggi è l’Albania il Paese delle opportunità. Non solo per le decine di migliaia di abitanti rientrati in patria dopo aver studiato nelle nostre scuole e università o appreso da noi mestieri e stili di vita. Oggi gli italiani che vivono hanno un’attività in Albania sono circa ventimila, su una popolazione di 2,8 milioni di abitanti. Alcuni si questi italiani fanno la vita dei “pendolari” dal lunedì al venerdì che i collegamenti sono notevolmente aumentati. L’argomento è stato affrontato oggi nel corso della trasmissione Radio Rai Uno “Inviato speciale”. Dopo la cadute delle dittature che si sono susseguite dal 1944, il Paese delle aquile ha cercato un difficile percorso verso la democrazia. Ancora oggi, nonostante i passi fatti in avanti, regna incontrastata la corruzione. Però il piccolo Paese bagnato dal Mare Adriatico è un cantiere aperto e ha molte potenzialità. “Sembra di rivivere l’Italia degli anni ’60” commentano alcuni imprenditori. Qui hanno investito imprese dei diversi settori: edilizia, alimentare, ristorazione, meccanico e calzaturiero. L’editore Luigi Nidito ha dato vita alla Cinfimi Albania una succursale della nostra Confindustria con un centinaio di associati. Ad attirare i nostri imprenditori è anche un sistema fiscale “mite” e un’aliquota fiscale del 15 per cento. Nel 1995 l’allora FederVeneto Api (l’associazione delle piccole e medie imprese del Veneto) riuscì ad organizzare gruppi di imprese da tutta Italia con tanto di esperti per capire le possibilità di investimento nell’ex Paese del blocco sovietico. Sono passati 23 anni: evidentemente erano state poste solide basi di partenza.