I bandi sono stati pubblicati nel 2017 (tra giugno e luglio) e valgono in totale 344 milioni. Sono fondi europei del Po-Fesr praticamente bloccati: a distanza di quasi due anni su un totale di 1.215 progetti dichiarati ammissibili risultano 54 mandati di pagamento di cui 21 effettivamente pagati a titolo di anticipazione (dato aggiornato al 13 maggio). Nel frattempo le imprese hanno speso denaro a vario titolo: c’è, per esempio, chi lo ha fatto per le fideiussioni anche a fronte delle pressioni della Regione e non ha ancora ricevuto un centesimo.
Una situazione definita drammatica dagli stessi imprenditori che hanno partecipato ai bandi dell’assessorato regionale alle Attività produttive oggi guidato da Mimmo Turano: «Come si può notare a due anni dalla partenza siamo sostanzialmente ancora fermi. Con un duplice effetto negativo- spiega Francesco Trapani, consulente di numerose aziende -: da un lato non vengono erogati i contributi promessi, dall’altro procedure farraginose e poco chiare impediscono alle aziende di procedere comunque con l’investimento».
I bandi sotto accusa erano molto attesi dalle aziende. La linea 3.1.1.02a con una dotazione di 120 milioni prevede per esempio aiuti per investimenti in macchinari, impianti e beni intangibili: su 200 progetti ammissibili, sono state firmate 100 convenzioni ma solo 11 aziende hanno ricevuto pagamenti a titolo di anticipazione. Le linee d’azione 3.5.1_01 e 3.5.1_02 con una dotazione rispettivamente di 130 milioni e di 66,9 milioni prevedono incentivi a supporto della nascita di nuove imprese: nel primo caso i progetti ammissibili sono stati 280, nel secondo caso 555 e i pagamenti fatti (sempre a titolo di anticipazione) sono 10.
La linea 1.1.2 con un a dotazione di 28 milioni prevede il sostegno per l’acquisto di servizi per l’innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale: 180 i progetti ammissibili, nessun pagamento fatto. «È oramai chiaro che gli uffici regionali non reggono l’urto di una simile complessa gestione. Le perplessità non possono che aumentare se pensiamo che, prossimamente, i dipartimenti interessati saranno chiamati al gravoso impegno legato alla verifica degli stati di avanzamento fisico dei progetti. Va comunque detto che le responsabilità non possono essere attribuite ai dipendenti che hanno lavorato in questi mesi alacremente. C’è un problema di sistema che va affrontato: cioè il modo in cui sono state messe al bando queste risorse» aggiunge Trapani. Il timore comunque è che in mancanza di spesa si arrivi addirittura al disimpegno.
La replica dell’assssore alle Attività produttive Mimmo Turano
Di diverso avviso l’assessore: «Dopo aver superato alcune criticità di carattere amministrativo a livello regionale, adesso siamo in grado di erogare i finanziamenti alle imprese che hanno già firmato le convenzioni e presentato le polizze fideiussorie che riguardano alcune azioni importanti del Po-Fesr – dice Turano -. Siamo intenzionati a recuperare brillantemente questo ritardo nei confronti delle imprese velocizzando i pagamenti e con nuovi decreti di finanziamento». Più articolato un successivo comunicato stampa:
«Come ho già avuto modo di spiegare nei giorni passati – sottolinea Turano – la rimodulazione del Po-Fesr e l’attività di riaccertamento regionale dei residui che hanno caratterizzato i primi quattro mesi dell’anno hanno determinato una situazione di non coerente disponibilità finanziaria sui capitoli nel triennio e dunque un ritardo nei pagamenti che però è nei fatti già superato». E poi continua: «Gli ultimi dati ci dicono che per quanto riguarda la linea 3.1.1.02a soltanto 59 imprese hanno richiesto l’anticipazione e di queste 25 sono state liquidate, per l’azione 3.5.1.01 le aziende decretate sono 211 con 147 richieste di anticipazione di cui 51 già pagate mentre sulla linea 1.1.2 ci risultano pervenute richieste per circa 3,5 milioni e un milione di euro già liquidati. Chiaramente si tratta di dati in costante aggiornamento e altre imprese stanno per essere pagate». E infine: «Parlare di paralisi, di risorse bloccate o addirittura di disimpegno in mancanza di spesa è un falso che non aiuta nessuno, né gli uffici che ogni giorno lavorano per raggiungere gli obiettivi né le nostre aziende che hanno bisogno certamente di procedure celeri ma anche di un clima di positivo e di collaborazione».
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