Occorrerà ancora tempo, invece, per conoscere le modalità di accesso alla tranche da 265 milioni che il ministero dello Sviluppo ha appena annunciato per investimenti innovativi nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Gli incentivi bloccati
Il decreto crescita, entrato in vigore lo scorso 1° maggio, aveva previsto una pioggia di microincentivi. Nessuno di vero impatto sulla politica industriale, ma a colpire è soprattutto lo stato di avanzamento: sono praticamente sono tutti fermi.
Le difficoltà maggiori riguardano i 140 milioni di euro per agevolazioni a progetti di ricerca sull’economia circolare, paradossalmente proprio il tema che con altre misure il governo ha deciso con tanta enfasi di spingere nella legge di Bilancio.
Due i problemi. Primo: 40 dei 140 milioni provengono dal Fondo sviluppo coesione e sono quindi vincolati per l’80% al Sud, mentre ci si aspetta una prevalenza di progetti dal Centro-Nord. Secondo: si consentono progetti anche di piccola taglia, 500mila euro, un valore che non rende verosimile la realizzazione di vere attività di ricerca e sviluppo.
Start up e made in Italy ancora in attesa
Per restare nel campo dell’innovazione, mancano ancora i provvedimenti attuativi per far partire i voucher destinati alle start up che vogliono brevettare i loro prodotti e quello sulle agevolazioni finanziarie destinate a progetti di trasformazione digitale delle Pmi.