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Istat: occupazione ferma nel terzo trimestre

LAVORO

Il tasso di disoccupazione, per il terzo trimestre consecutivo, diminuisce in termini congiunturali portandosi al 9,8% (-0,2 punti)

12 dicembre 2019


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Nel terzo trimestre alla stabilità dell’occupazione si associa il calo della disoccupazione e dell’inattività. L’input di lavoro utilizzato dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate) registra un incremento dello 0,4% su base congiunturale e un aumento dello 0,5% in termini tendenziali. Lo comunica l’Istat.

Il numero degli occupati stimati dalla Rilevazione sulle forze di lavoro, pari a 23,398 milioni di persone al netto degli effetti stagionali, resta pressoché invariato rispetto al trimestre precedente; alla crescita dei dipendenti permanenti (+13 mila, +0,1%) e a termine (+28 mila, +0,9%) si contrappone la diminuzione degli indipendenti (-33 mila, -0,6%).

Il tasso di occupazione si porta al 59,2% (+0,1 punti); il tasso di disoccupazione, per il terzo trimestre consecutivo, diminuisce in termini congiunturali portandosi al 9,8% (-0,2 punti); il tasso di inattività rimane stabile al 34,3% in tre mesi.

Occupazione scende al Nord e sale al Centro-Sud
La dinamica dell’occupazione è sintesi della diminuzione al Nord (-0,2%) a cui si accompagna la crescita nel Mezzogiorno (+0,1%) e soprattutto nel Centro (+0,4%). Nelle imprese dell’industria e servizi le posizioni lavorative dipendenti aumentano dello 0,5% congiunturale e dell’1,6% tendenziale; il monte ore lavorate cresce dello 0,7% su trimestre e del 2,2% su anno. Le ore lavorate per posizione dipendente crescono dello 0,2% congiunturale e diminuiscono dello 0,4% su anno. Le ore di cig crescono, in termini tendenziali, da 5,5 a 6 per mille ore lavorate. Pur continuando a registrare una riduzione su anno del 2,9%, le posizioni in somministrazione tornano a crescere in termini congiunturali dell’1%. «Sono dati incoraggianti che, insieme al dato sulle esportazioni di ieri che vede il Lazio prima regione italiana per crescita dell’export nel 2019, ci indica chiaramente come le scelte dell’amministrazione regionale stiano producendo effetti concreti» ha commentato il governatore Nicola Zingaretti.

Esaurimento della decontribuzione
L’indice destagionalizzato del costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) cresce dello 0,1% congiunturale, sintesi di un aumento dello 0,1% delle retribuzioni e di un calo dello -0,1% degli oneri; in termini tendenziali il costo del lavoro aumenta dell’1,8% (1,4% per le retribuzioni e 3% per gli oneri). Il maggior contributo alla crescita del costo del lavoro si deve all’esaurimento della decontribuzione. Nelle imprese con almeno 10 dipendenti, il tasso di posti vacanti è all’1,1%; nel totale delle imprese si attesta all’1,3%.

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