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Italia leader nella robotica: 100 storie di eccellenza

Dai robot domestici a quelli spaziali: ci sono 100 storie italiane dal sud al nord. Raccontano tecnologie all’avanguardia che migliorano la vita delle persone

di Nicoletta Cottone

5 febbraio 2020


 

4′ di lettura

Dai robot domestici a quelli spaziali. Ci sono 100 storie italiane dal sud al nord che raccontano tecnologie all’avanguardia in grado di migliorare la vita delle persone. Sono innovazioni applicate al quotidiano di tutti noi, ma anche alla sanità, all’industria e alla ricerca. È il Paese raccontato da Enel e Fondazione Symbola nel quarto Rapporto sull’innovazione Made in Italy “100 Italian robotics and automation stories”, studio presentato a Roma dal presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci e dall’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace.

Realacci: «L’Italia è in grado di vincere qualsiasi sfida»
«Se si guarda l’Italia con occhi diversi si scoprono cose che altri umani non sanno leggere», ha detto Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. «È così anche per la robotica che già oggi contribuisce a importanti filiere del Made in Italy come l’agroalimentare, la moda, il legno-arredo, la meccanica. Ed è attraversata dalle sfide del futuro, a cominciare dalla necessità di affrontare la crisi climatica, coniugando empatia e tecnologia». Le 100 storie del report raccontano, spiega Realacci, che «l’Italia è in grado di vincere qualsiasi sfida, grazie alla sua capacità di far sintesi tra funzionalità, bellezza, umanesimo, figlia di una cultura che nelle sfide tecnologiche più avanzate non dimentica la ricerca di un’economia e una società più a misura d’uomo, come affermiamo nel Manifesto di Assisi».

Starace: «Riportare la dimensione umana al centro del modello economico»
«Vogliamo valorizzare il prezioso patrimonio di eccellenze del nostro Paese, mettendo in luce storie di successo, spesso poco conosciute, e di talento, non sempre riconosciuto, che contribuiscono al progresso attraverso soluzioni a misura d’uomo», ha detto Francesco Starace, ad di Enel. «Tecnologia e ricerca – ha aggiunto – sono i pilastri dello studio che raccoglie 100 esempi virtuosi di aziende che operano nel settore della robotica e dell’automazione Made in Italy: storie di ricercatori, mondo accademico e imprese che hanno la capacità di anticipare i tempi, testimoniando ancora una volta la competitività e l’avanguardia del sistema italiano in ambito internazionale». Starace si è detto convinto che l’Italia, « con le sue eccellenze e competenze, possa essere esempio di crescita sostenibile a livello globale dimostrando, in linea con il Manifesto di Assisi, che è possibile riportare la dimensione umana al centro del modello economico».

Innovatori di prestigio: Laschi, Visentin, Bicchi, Diamanti
In rappresentanza delle eccellenze Made in Italy all’incontro hanno partecipato quattro innovatori riconosciuti a livello internazionale tra cui Cecilia Laschi, professoressa ordinaria di Bioingegneria Industriale all’Istituto di BioRobotica della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, tra le 25 “Women in Robotics”, la classifica annuale stilata da RoboHub. Laschi è tra i pionieri della robotica soft dedicata allo sviluppo di macchine con superfici soffici e deformabili e creatrice del “robot polpo”. Francesco Visentin, ricercatore del Centro per la Micro-BioRobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Pontedera, ha contribuito alla realizzazione di Plantoide, il robot che riproduce il comportamento delle piante. Le altre testimonianze sono state quelle di Antonio Bicchi, presidente di I-Rim (Istituto di robotica e macchine digitali) associazione non-profit nata per integrare le eccellenze italiane della ricerca con il mondo dell’impresa; e di Gabriele Diamanti del ddp Studio, attivo nel settore del design, che ha firmato “Hannes”, la mano robotica sviluppata dal centro protesi Inail di Budrio e dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che consente al paziente di recuperare il 90% delle funzionalità adattandosi agli oggetti grazie al sistema dymanic adaptive grasp.

Robot e automi entrano nella vita quotidiana
Il Rapporto, realizzato da Fondazione Symbola ed Enel, in collaborazione con Fondazione Ucimu, che riunisce i costruttori italiani di macchine utensili, approfondisce la conoscenza di un comparto di eccellenza nazionale. Robot e automi entrano nella vita di tutti i giorni, sempre più presenti in varie attività, dalla pulizia della casa a quelle ludiche, ma anche nei servizi di assistenza.

Un mercato mondiale da 16,5 milioni di dollari
A livello mondiale il mercato ha raggiunto il valore di 16,5 miliardi di dollari e solo nel 2018 sono state consegnate 422mila unità, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. L’industria italiana è sesta per il numero complessivo di robot industriali installati (69.142 unità nel 2018), preceduta da Cina, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Germania. Per numero di pubblicazioni scientifiche, oltre 10mila, l’Italia è inoltre sesta al mondo nella ricerca robotica davanti a Francia, Canada, Corea del Sud e Spagna.

Nella filiera della robotica 104mila imprese e 429mila addetti
Nel comparto industriale, la filiera della robotica italiana conta ben 104mila imprese, che sono cresciute del 10% in cinque anni e contano 429mila addetti. In testa alla classifica c’è Milano, con circa 12mila imprese e 110mila addetti. Seconda è Roma con 11mila imprese e 63mila addetti, terza Napoli con 5mila imprese e 13mila addetti. Poi c’è Torino con 5mila imprese e 25mila addetti e, con circa 2mila imprese tra Brescia, Padova, Bari, Bologna, Firenze, Monza e Brianza, Bergamo e Salerno.

Made in Italy la sonda robotica su Marte
La robotica italiana arriva anche nello spazio: sono Made in Italy diverse tecnologie utilizzate sulla sonda robotica della Nasa InSight, sbarcata su Marte nel 2018. E parlano italiano quelle che nel 2020 saranno utilizzate nella missione ExoMars, per lo studio del terreno marziano, come la semisfera catarifrangente Larri (Laser Retro-Reflector for InSight) che fornirà la posizione del lander sulla superficie di Marte, sviluppata dall’Istituto nazionale di Fisica nucleare con il supporto dell’Agenzia spaziale Italiana.

 

 

 

 

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