Deficit 2019 scende all’1,6% dal 2,2%. La pressione fiscale è salita
al 42,4% dal 41,9%. Il dato del 2019 è il più alto dal
42,9% del 2015
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Per fronteggiare l’emergenza coronavirus l’Italia punta a innalzare al 2,4% del Pil l’obiettivo di deficit per il 2020 dal 2,2% attuale. Si tratta di una manovra basata su uno stanziamento da 3,6 miliardi di euro preannunciata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che il Governo intende approvare in settimana.
Tutto questo mentre l’Istat rivede al rialzo il Pil 2019 a +0,3%. L’ente statistico parla tuttavia di un «marcato rallentamento» rispetto alla crescita dello 0,8% del 2018. Il dato del 2019 è comunque al di sopra del +0,2% della stima preliminare dell’Istat, e del +0,1% previsto dal Governo. La pressione fiscale nel 2019 è salita al 42,4% dal 41,9% del 2019. Il dato del 2019 è il più alto dal 42,9% del 2015.
Deficit 2019 scende all’1,6% dal 2,2%
Tornando ai dati Istat, il rapporto deficit/Pil del 2019 è risultato pari all’1,6%, in netto calo rispetto al 2,2% del 2018, e molto inferiore rispetto al 2,2% previsto dalla Nota di aggiornamento al Def. Il miglioramento, pari a circa 9,5 miliardi di euro, porta il deficit/Pil al livello più basso dal 2007, quando era stato dell’1,3%. Questo miglioramento va attribuito alle maggiori entrate fiscali.
Avanzo primario migliore dal 2013
Nel 2019 il saldo primario della pubblica amministrazione, ossia la differenza fra entrate e uscite prima del pagamento degli interessi, ha registrato un avanzo pari all’1,7% del Pil. Il dato è il migliore dal 2013 quando era stato del 2%. Nel 2018 l’avanzo primario era stato pari a 1,5%.
Giù l’industria, tengono i servizi
Nel 2019 il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume nelle costruzioni (+2,6%) e nelle attività dei servizi (+0,3%) mentre è in calo nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,6%) e nell’industria in senso stretto (-0,4%). L’Istat ha messo in evidenza che i giorni lavorativi rispetto al 2018 sono stati gli stessi.