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Di Maio e Salvini
All’indomani della lettera di Giuseppe Conte alla società Telt che ha, almeno in via temporanea, sbloccato l’impasse governativa sull’Alta velocità Torino-Lione, Luigi Di Maio tira un sospiro di sollievo e assicura che il governo durerà “altri quattro anni”. “Andremo avanti a lungo”, gli fa eco l’altro vice premier, Matteo Salvini.toninelli
Ma il leghista, che avrebbe preteso il via libera ‘pieno’ ai bandi Tav e non solo agli avvisi, come avverrà domani, vuole ora però passare all’incasso sugli altri provvedimenti che gli stanno a cuore: in primo luogo l’autonomia differenziata per Lombardia e Veneto e, in secondo, il cosiddetto sblocca-cantieri e la riforma del codice degli appalti, sui quali sta lavorando Conte.
Intervenendo alla scuola politica della Lega, Salvini ha citato i due provvedimenti dando al premier “giorni, non mesi. Questo Paese ha bisogno di gente che costruisca e non demolisca”, ha detto, dando l’impressione di volersi togliere qualche sassolino. Rinviata di sei mesi ogni decisione definiva sulla Tav – “ridiscutiamola ma va fatta”, insiste Salvini – ora sul tavolo del governo rimane l’altro dossier più spinoso, quello dell’autonomia, contenuto nel contratto di governo.
Salvini aveva promesso ai governatori leghisti Attilio Fontana e Luca Zaia di chiudere su un testo definitivo alla fine della scorsa settimana per poi intestarsi la trattativa politica con Di Maio e Conte. E, dopo il duro braccio di ferro sulla Tav, che per la prima volta ha portato entrambi gli azionisti della maggioranza a evocare una possibile crisi di governo, il segretario leghista vuole chiudere l’accordo politico quantomeno con un passaggio in Consiglio dei ministri prima delle Europee. I
l tema di divisione tra M5s e Lega rimane la modalità di coinvolgimento del Parlamento: con i pentastellati che vorrebbero che le Camere potessero intervenire a modificare le intese con le Regioni; mentre i leghisti sostengono che non sia tecnicamente possibile emendare i testi. Probabilmente anche su questo tema si aprirà un confronto impegnativo per gli alleati di governo.
A nessuno conviene far saltare il governo
Ma al momento – viene fatto notare da fonti governative di entrambi i partiti – “non conviene ad alcuno far cadere il governo”. “Ci sarà un po’ di caos fino alle Europee, dopodiché si potrebbe profilare un piccolo rimpasto di governo”, sostiene un componente M5s dell’esecutivo. “Ma al momento neanche Salvini ha alternative: non gli conviene certo tornare con il vecchio centrodestra incontrollabile. L’unica alternativa è consegnarci nelle mani del Pd”, prosegue nel ragionamento. “Ora Salvini deve subire la decisione sulla Tav: non può sempre forzare la mano e comunque non è suo interesse indebolire Di Maio”.
Per quanto riguarda il governo, stando a quanto riferiscono le stesse fonti del M5s, nel Movimento si sarebbe aperta una “riflessione” su Toninelli. Nel Movimento sarebbe sempre maggiore la parte di coloro che, anche ai vertici, hanno una “percezione negativa” di come il ministro ha gestito il dossier Tav e diverse altre partite, dal caso Autostrade dopo il crollo del Ponte Morandi in poi.
A parlare di Tav, per la Lega, è andato oggi in tv il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Il vice di Salvini ha tenuto a ricordare come ogni decisione sarà rimandata al Parlamento (dove i ‘si” all’Alta velocità sono maggioranza) perché la ridiscussione di un trattato internazionale deve ottenere il via libera della Camere. Stando a quanto riferiscono fonti M5s, proprio il sottosegretario leghista, nel suo impegnativo tour a New York e Washington, avrebbe raccolto molte opinioni e suggerimenti dal mondo del business e della finanza affinché la Lega abbandonino il “pericoloso” alleato M5s.
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