Il trentaquattrenne vicentino Andrea Mocellin ottiene quel che è da sempre sinonimo di impossibilità: la “quadratura del cerchio”. Revolve è la prima ruota modulare che può essere ripiegata e trasportata in uno zaino o nel bagaglio a mano
La ruota è una di quelle invenzioni che hanno fatto cambiare passo alla storia dell’umanità. Gli studiosi suppongono che la prima ruota sia apparsa nel 3500 a.C. in Mesopotamia, dove i Sumeri usavano semplici dischi di legno, con un foro al centro, per la lavorazione del vasellame. Nel corso dei secoli la ruota si è imposta come elemento cardine della mobilità e, 3500 anni dopo i sumeri, la sua evoluzione viene questa volta dal Veneto, più precisamente dalla Valbrenta, nel vicentino, dove un ragazzo trentaquattrenne, Andrea Mocellin, ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita a progettare la “ruota pieghevole”: il progetto, il cui prototipo è stato presentato a gennaio di quest’anno con il nome Revolve, consiste in una ruota modulare in alluminio che, quando ripiegata, occupa fino al 60% di spazio in meno, passando dai 665mm ai 260mm, e può essere dunque trasportata in uno zaino o viaggiare in aereo come bagaglio a mano.
«Revolve è una ruota universale – spiega l’inventore Andrea Mocellin – compatibile a tutti i tipi di veicoli, dalla bicicletta, alla sedia a rotelle fino ai droni di terra. Sicuramente il suo sviluppo è legato a quello dei telai di veicoli pieghevoli multiuso, ideali per viaggiatori e pendolari».
Una vera rivoluzione della mobilità, che diventa concretamente a misura d’uomo. L’idea, tanto semplice quanto geniale, Andrea racconta di averla sviluppata nel suo garage, mettendo a frutto non tanto (o non solo) le sue conoscenze ingegneristiche, quanto “quel pizzico di follia creativa tipica dei designer – afferma – tanti ingegneri mi dicono che non avrebbero potuto neanche immaginare un progetto del genere”. Andrea si è infatti formato come designer, laureandosi prima in Transportation Design allo IED di Torino e quindi specializzandosi in design del veicolo al Royal College of Art di Londra. Successivamente, ha lavorato per marchi prestigiosi dell’automotive come Alfa Romeo/Maserati, Pininfarina, Audi AG, Cleto Munari, ed è tuttora impegnato al di fuori dei confini nazionali, in Germania, dove lavora come car designer per una startup di auto elettriche a guida autonoma. “Il mio obiettivo per il 2018 – rivela Mocellin – sarà far conoscere Revolve soprattutto attraverso le fiere di settore. Qui in Germania c’è grande interesse per i temi della mobilità e delle infrastrutture, connessi in particolare alla disabilità, tanto che sono stato già invitato a partecipare a diverse fiere, anche gratuitamente. In Italia, invece, nonostante non manchino gli appuntamenti, non ho ancora ricevuto alcun invito”.
Presto, tuttavia, le cose potrebbero cambiare anche nel Belpaese, dove nei primi sei mesi del 2018 si è registrato un aumento record degli investimenti in startup. “Questo è un bene per l’economia italiana – commenta – che è fatta di un tessuto ricco di alcuni dei migliori acceleratori d’impresa d’Europa e soprattutto di tante giovani imprese innovative, spesso bisognose di un sostegno concreto per poter realizzare, nel tempo necessario, i propri progetti. Io stesso ho sperimentato la fatica di mettere a punto, investendo tempo e denaro, il prototipo di Revolve”.
D’altra parte, dopo tanta lontananza da casa, l’Italia manca al giovane vicentino. “Nel settore dell’automobile all’estero ti insegnano a progettare quello che dovrà uscire tra dieci anni, mentre in Italia si lavora essenzialmente sui prodotti realizzabili al massimo entro due. Fatta eccezione di un’eccellenza assoluta come Ferrari, il valore dal punto di vista tecnologico è inferiore rispetto a molte realtà straniere. Tuttavia, c’è una cosa che rende il Made in Italy unico e invidiato in tutto il mondo ed è la creatività del design”. Ciò che in fondo gli ha permesso di superare i limiti dell’ingegneria e trovare la quadratura del cerchio.
Di seguito il video di presentazione di Revolve (Youtube/Revolve)