Tassati 8,5 miliardi di cartine e filtri per le bionde fai da te conto da 30 milioni per i fumatori del trinciato
di Marco Mobili e Marco Rogari
Manovra, stangata sulle auto aziendali dei dipendenti: si salvano ibride ed elettriche
3′ di lettura
La nuova “patrimoniale” sulle auto aziendali dei dipendenti produrrà un taglio sulle buste paga di oltre 300 milioni. E questo anche dopo il parziale passo indietro del ministro Gualtieri che ha rivisto l’iniziale stangata da oltre 500 milioni portandola dal 100% al 60% per veicoli con emissioni inquinanti fino a 160 kilogrammi e lasciandola al 100% per quelli con emissioni superiori. L’esclusione dal raddoppio della trattenuta in busta paga non si applicherà a poco più di 42mila veicoli tra elettrici e ibridi contro gli oltre 800mila immatricolati nel 2018. Per i lavoratori dipendenti e il taglio al welfare aziendale la stretta sui buoni pasto cartacei assicura 51 milioni di euro all’Erario.
La microtassa su cartine e filtri costerà oltre 30 milioni
La microtassa su cartine e filtri utilizzati per sigarette arrotolate, pari a 8,5 miliardi di pezzi utilizzati (5 miliardi di cartine e 3,5 miliardi di fumo) secondo la relazione tecnica al Ddl di governo costeranno ai fumatori fai da te poco più di 30 milioni di euro.
Flat tax: la stretta vale 900 milioni nel 2021
La stretta sulla flat tax per le partite Iva vale quasi 900 milioni di euro per il 2021 e altri 568 milioni per il 2022. A pagare il conto maggiore saranno tutte le nuove partite Iva che cumulano i ricavi o compensi percepiti con redditi da lavoro dipendente o pensione. Si tratta spesso di professionisti, pensionati o dipendenti (magari della scuola o dell’Università) che nel 2019 hanno sottoscritto contratti di collaborazione o consulenza senza alcun limite di importo da tassare al 15% e non ad aliquota marginale Irpef. La reintroduzione del divieto di cumulo per chi ha altri redditi da lavoro dipendente o assimilati superiori a 30mila euro vale 593,8 milioni nel 2021 e 350 milioni nel 2022. Lo stop alla flat tax al 20% per chi ha ricavi o compensi superiori a 65mila euro fino a 100mila euro al via dal 1° gennaio prossimo consente al Governo di risparmiare 154 milioni nel 2020 e oltre 2,5 miliardi nel 2021.
Il taglio alle detrazioni
La manovra per il 2020-2022 taglia per la prima volta le tax expenditures partendo dalle detrazioni Irpef al 19% per redditi superiori a 120mila euro. Che con un decalage di azzeramento fino a 240mila euro di reddito dichiarato garantiscono alla Stato meno spese per 109 euro nel 2021 e poco più di 62 euro nel 2022. Per restare sui tagli delle spese fiscali la riduzione del credito d’imposta per autotrasporto che colpirà subito i mezzi adibiti al trasporto merci e passeggeri euro 3 e poi dal 2021 per veicoli euro 4 riduce le tax expenditures di 80 milioni a partire dal prossimo e 117 milioni a regime dal 2021.
Il valore della plastic tax
Quello che colpisce della nuova plastic tax è che non sembra, almeno nelle stime indicate dal Governo, produrre quell’effetto voluto di riduzione nell’uso e nella produzione della plastica. Il prelievo di 1 euro per ogni chilogrammo di plastica dei manufatti mono uso a partire dal 1° aprile prossimo (il primo versamento è entro l’ultimo giorno del mese successivo al primo trimestre di applicazione quindi luglio 2020) garantirà maggiori entrate per poco più di un miliardo il prossimo anno per poi aumentare fino a 1,7 miliardi nel 2021 ma senza mai scendere sotto il miliardo e mezzo per i due anni successivi. E la stessa tendenza si registra sulla sugar tax che nei tre anni dall’entrata in vigore assicura allo Stato 233 milioni nel 2020, cresce per fino a 265 milioni nel 2021 e ancora 256 milioni nel 2022.