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L’affondo della Lega sui dati: un’Authority per il cloud nazionale

PROPOSTA DI LEGGE ALLA CAMERA

Scatto della Lega sui temi del digitale e delle comunicazioni. In arrivo un pacchetto di proposte di legge alla Camera. Il Carroccio punta anche a un’Authority per la gestione dei dati dei cittadini

di Carmine Fotina

24 luglio 2019


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2′ di lettura

Un’Authority per la gestione in cloud dei dati dei cittadini. Un piano antenne nei Comuni per il 5G. Una modifica costituzionale per tutelare il diritto all’identità digitale. Sono alcuni dei punti inseriti dalla Lega in un pacchetto di proposte di legge in arrivo alla Camera : i principali contenuti sono stati anticipati dai deputati Alessandro Morelli, Massimiliano Capitanio (della commissione Attività produttive) e Igor Iezzi (commissione Affari costituzionali) nel corso di una conferenza stampa.

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Un soggetto terzo, «una nuova Authority, differente da quelle che ci sono oggi, prima obsolete» dice Morelli, sarebbe chiamato a custodire in modalità cloud i dati dei cittadini e delle aziende raccolti dagli enti pubblici. In pratica, stando alle parole di Morelli, si tratterebbe di un soggetto diverso dall’attuale Authority per la privacy deputato a gestire il «cloud nazionale». Quella della Lega potrebbeuna mossa dalla tempistica studiata, visto che proprio per il «Garante per la protezione dei dati personali» è previsto a giorni il cambio di presidenza e, almeno secondo le ipotesi di accordo nella maggioranza, il nuovo titolare sarà espressione dei 5 Stelle. Inoltre, bisognerà capire se il nuovo soggetto finirà per sovrapporsi anche a un altro soggetto pubblico già esistente, cioè l’Agenzia per l’Italia digitale.
In particolare, la proposta della Carroccio prevede la creazione di un servizio statale di cloud computing, chiamato “ItaCloud”, per l’archiviazione dei dati. «Le istituzioni, locali e nazionali – prosegue il deputato del Carroccio – potrebbero valorizzare i dati raccolti». Solo il testo definitivo però scioglierà i primissimi dubbi emersi tra gli operatori privati, che già temono di essere scavalcati nella proficua gestione del cloud.

Un’altra proposta mira a una mappatura dei punti all’interno dei territori comunali in cui installare i ripetitori 5G. Gli operatori telefonici, pagando un canone al Comune, potrebbero condividere l’infrastruttura verticale esistente, ad esempio pali di illuminazione pubblica (coinvolgendo le multiutility) o semafori. Anche in questo caso si pensa a un soggetto tecnico cui affidare la mappatura. Ed anche in questo caso è tutta da verificare la reazione delle compagnie che potrebbero non gradire poteri troppo ampi per i sindaci in un settore così delicato, contrassegnato quasi quotidianamente dalle proteste dei comitati locali anti-5G. «Una valutazione è poi in corso – ha detto Capitanio – sulla revisione dei limiti elettromagnetici in relazione alle tecnologie che si andranno ad utilizzare». Revisione che consisterebbe evidentemente in una riduzione dei limiti, oggi tra i più alti a livello internazionale.

Sul tavolo c’è anche una modifica della disciplina sulla web tax con la quale, aggiunge Capitanio, destinare una parte dei proventi in investimenti nell’infrastrtuttura per le telecomunicazioni. Per quest’ultima la Lega preannuncia inoltre nuove facilitazioni dei procedimenti amministrativi.

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