“Il modo in cui la pandemia era stata affrontata all’inizio aveva una lettura totalmente sbagliata. Si diceva che il virus non guardava in faccia a nessuno… per tutti stessa livella, in verita’ succedeva l’opposto. Il modo di resistere alla crisi sanitaria ed economica ha visto una crescita spaventosa delle disuguaglianze” dice Enrico Letta, ex presidente del Consiglio e ora preside della Scuola Affari internazionali di Parigi, in occasione della presentazione del libro ‘Lavorare e’ una parola’, a cura di Altero Frigerio e Roberta Lisi per Donzelli editore, di cui proprio Letta ha scritto la prefazione. “E’ la questione chiave su cui lavorare – avverte Letta – non solo in Italia. Succede lo stesso negli Usa, forse in Europa c’e’ qualche margine di assorbimento nella prima fase grazie agli ammortizzatori sociali e al welfare ma la nostra priorita’ resta intervenire rapidamente e prevenire il disastro sociale. Le parti sociali saranno fondamentali per far capire alla politica gli errori degli ultimi cinque anni”, termina Letta.
“Ci auguriamo che dopo gli Stati generali dell’Economia si apra una discussione. Non basta dire ‘facciamo gli investimenti’, poi bisogna anche dire dove, capire che welfare immaginiamo e dove il Ssn ha mostrato debolezze. Da troppo tempo tagliamo sull’istruzione e dobbiamo capire come affrontare green deal e transizione digitale su cui servono formazione e istruzione diffusa. Non basta dire cosa fare, bisogna avere anche un progetto” dice Susanna Camusso, ex segretaria generale e ora responsabile delle Politiche internazionali e di genere della CGIL, in un confronto con Enrico Letta in occasione della presentazione del libro ‘Lavorare e’ una parola’, a cura di Altero Frigerio e Roberta Lisi per Donzelli editore, di cui Camusso ha scritto un saggio sulla Carta dei diritti universali per i lavoratori e le lavoratrici.
“Bisogna sfatare il mito della pandemia come livella- spiega Camusso- il virus in realta’ ha fatto esplodere le disuguaglianze
che gia’ c’erano e si sono amplificate. Sia sulle casse integrazioni che sulla disoccupazione di aprile il maggiore accanimento si registra verso le lavoratrici, poi c’e’ l’esplosione di contratti a termine e lavori precari. Qui bisogna immaginare una prospettiva, abbandonando l’idea che il sindacato possa essere utile se c’e’ una crisi bloccando i licenziamenti, salvo poi non essere piu’ un soggetto utile per la progettazione futura”, conclude Camusso.
“Da anni in Italia abbiamo un vero problema: non siamo piu’ abituati a spendere, investire, programmare e progettare. Dall’altra parte siamo diventati bravi a tagliare, contenere e gestire un debito. Va cosi’ da almeno 25 anni tanto che molti ci invidiano e ora che il debito pubblico aumenta ovunque ci chiedono consulenza. Per questo motivo, purtroppo, sono stati smantellati anche i luoghi di progettazione, pubblici e privati. Invece dovremmo capire come costruire un sistema decisionale di progettazione in grado di
selezionare investimenti che servono davvero e che non si faccia una specie di mega regno delle marchette”. Lo dice Enrico Letta,
ex presidente del Consiglio e ora preside della Scuola degli affari internazionali di Parigi, in un incontro in occasione della presentazione del libro ‘Lavorare e’ una parola’, a cura di Altero Frigerio e Roberta Lisi per Donzelli editore, di cui Letta
ha scritto la prefazione. “Agli Stati Generali dell’Economia – sottolinea Letta – bisogna capire chi rappresenta chi, non puo’ essere data voce uguale a chiunque. C’e’ bisogno di protagonismo. Gli Stati generali sono un’idea buona ma ora e’ importante costruire a cascata forme di concertazione, ovviamente piu’ ristrette, e che ci sia capacita’ di selezionare investimenti a medio lungo periodo. Anche quelli immediati devono stare dentro ad un sistema complessivo”, termina Letta.
“Non servono finanziamenti a pioggia, ma bisogna avere la capacita’ di selezionare quello che vogliamo fare. Gli investimenti siano un volano per l’occupazione, basta coi bonus. Meglio costruire asili che dare tanti bonus, meglio l’occupazione di qualcosa che ti genera solo l’illusione di aver risolto un problema che si ripresenta subito dopo”. Lo dice Susanna Camusso, ex segretaria generale CGIL e ora responsabile delle Politiche internazionali e di genere della CGIL, in occasione della presentazione del libro ‘Lavorare e’ una parola’, a cura di Altero Frigerio e Roberta Lisi per Donzelli editore. “Chiediamo che il blocco dei licenziamenti traguardi anche
l’autunno, che sara’ complicatissimo. Una cosa e’ riaprire dopo il lockdown- fa notare Camusso- e un’altra e’ capire cosa e’ successo. Alcuni strumenti continueranno ad esserci, andranno modulati diversamente. I settori hanno reagito diversamente tra di loro, penso a turismo e attivita’ commerciali che hanno avuto un impatto differente da chi ha potuto ricominciare con la produzione e riprendere quote di mercato”, conclude Camusso.
“Penso stia nascendo un’Europa sociale, e’ la prima volta e prima non era mai successo. Adesso e’ uscita la Gran Bretagna che rappresentava il veto piu’ duro a quest’idea di Europa. Un’Europa solo finanziaria non piace a nessuno ma dopo un inizio faticoso penso che ora le risposte dall’UE siano all’altezza, e in parte anche inattese. Ci sono indizi affinche’ torni l’Europa dei si’ e non l’Europa dei no, come era stata considerata in questi anni” dice Enrico Letta, ex presidente del Consiglio e ora preside della Scuola Affari internazionali di Parigi, in occasione della presentazione del libro ‘Lavorare e’ una parola’, con la sua prefazione, a cura di Altero Frigerio e Roberta Lisi per Donzelli editore.
“Sono ottimista- continua Letta- l’uscita della Gran Bretagna e’ stata una grande fortuna, con loro a bordo ora le posizioni
ostruzionistiche olandesi sarebbero state piu’ forti. Sono convinto che Svezia e Danimarca non seguiranno l’Olanda, e fara’ lo stesso l’Austria coi Verdi in maggioranza di governo. Se tutto cio’ fosse accaduto un anno fa, oggi l’Italia avrebbe come alleati Polonia e Ungheria e saremmo andati contro un muro. Invece stavolta e’ stata fondamentale l’alleanza con Francia e Spagna, che e’ riuscita a portarsi dietro anche la Germania”, termina Letta.
“Non si fa una ripartenza dell’Europa senza avere attenzione del lavoro di cittadinanza. I sindacati europei hanno molto apprezzato il fatto che questa volta l’Europa abbia scelto di capire cosa stava succedendo e abbia poi preso scelte giuste. Bisogna che tutto il paese traduca nel dibattito politico l’importanza di queste scelte ma sento un dibattito ancora molto ancorato su posizioni sovraniste”. Lo dice Susanna Camusso, ex segretaria generale e ora responsabile delle Politiche internazionali e di genere della CGIL, in un incontro in occasione della presentazione del libro ‘Lavorare e’ una parola’, a cura di Altero Frigerioe Roberta Lisi, di cui Camusso ha scritto un saggio sulla Carta dei diritti universali dei lavoratori e delle lavoratrici. “Ho interloquito recentemente coi colleghi ungheresi e polacchi- racconta Camusso- e la situazione in quei Paesi e’ drammatica perche’ alla condizione sociale si aggiunge anche l’assenza di democrazia. Con i colleghi spagnoli, francesi, tedeschi e britannici pensiamo che diritti debbano essere sempre piu’ universali”, conclude Camusso.