Traino dei dipendenti permanenti e di una rilevante crescita del tasso dei giovani con 25-34 anni. Disoccupazione stabile al 9,7%
2′ di lettura
Dopo l’incremento occupazionale del primo semestre dell’anno e l’andamento altalenante del terzo trimestre, nel mese di novembre si conferma la tendenza alla crescita già registrata a ottobre che porta l’occupazione ai massimi storici (cioè dal 1977, anno di inizio delle serie storiche ricostruite). A novembre 2019, infatti, rileva l’Istat, gli occupati crescono di 41 mila unità rispetto al mese precedente (+0,2%), con un tasso di occupazione che sale al 59,4% (+0,1 punti percentuali).
Calano i lavoratori a termine
L’aumento congiunturale dell’occupazione, spiega l’istituto, è trainato dai dipendenti permanenti e da una rilevante crescita del tasso di occupazione dei giovani con 25-34 anni, mentre calano i lavoratori a termine e gli indipendenti. Contestualmente, si registra una lieve crescita del numero di disoccupati e un calo dell’inattività, che scende ai valori minimi storici. Il tasso di disoccupazione risulta comunque stabile al 9,7%.
In aumento i disoccupati under 35
L’andamento dell’occupazione, indica l’Istat, è sintesi di un aumento della componente femminile (+0,3%, pari a +35 mila) e di una sostanziale stabilità di quella maschile. Gli occupati crescono tra i 25-34enni e gli ultracinquantenni, mentre calano nelle altre classi d’età; al contempo, aumentano i dipendenti permanenti (+67 mila) a fronte di una diminuzione sia dei dipendenti a termine (-4 mila) sia degli indipendenti (-22 mila). In crescita risultano anche le persone in cerca di lavoro (+0,5%, pari a +12 mila unità nell’ultimo mese). L’andamento della disoccupazione è sintesi di un aumento per gli uomini (+1,2%, pari a +15 mila unità) e di una lieve diminuzione tra la donne (-0,2%, pari a -3 mila unità); crescono i disoccupati under 35 con il tasso di disoccupazione giovanile (15-24anni) che a novembre risale su ottobre, portandosi al 28,6% (+0,4 punti; diminuiscono lievemente i 35-49enni e risultano stabili gli ultracinquantenni.