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Un mercato del lavoro in affanno, che riflette l’andamento stagnante di un’economia ormai ferma da mesi. I dati dell’Istat di gennaio su occupati e disoccupati, confermano il trend negativo già registrato a dicembre, in parallelo con un Pil che nell’ultimo trimestre del 2019 si è attestato in territorio negativo (-0,3%). A gennaio ad essere più penalizzate da questo quadro congiunturale sono le componenti più “deboli” del nostro mercato del lavoro, ovvero le donne, i giovani under 35, insieme a lavoratori temporanei e autonomi che, avverte l’istituto di statistica «si confermano ai minimi storici».
In un mese 25mila occupati autonomi in meno
Rispetto a dicembre si contano meno occupati (-40mila), più disoccupati (+5mila) e più inattivi (+20mila), un segnale del crescere nel nostro Paese della platea di quanti sentendosi scoraggiati , non si attivano più nella ricerca di un impiego. Gli occupati indipendenti rispetto a dicembre sono 25mila in meno, gli occupati a termine sono calati di 10mila unità, ma anche gli occupati permanenti sono in flessione di 5mila unità.
Nessun impatto dal reddito di cittadinanza
Tutto ciò avviene, peraltro, in presenza di un reddito di cittadinanza che interessa ormai 933mila nuclei familiari (2,4 milioni di persone), che nei piani dei promotori della misura avrebbe dovuto spingere tanti inattivi a registrarsi nei centri per l’impiego, con una conseguente crescita del numero di disoccupati (di provenienza dal bacino degli inattivi) e, in prospettiva, degli occupati. Ebbene, stando ai dati Istat, il reddito di cittadinanza, a 10 mesi dall’avvio, non sembra aver avuto ancora alcun impatto sul mercato del lavoro.
A gennaio le occupate calano di 30mila unità
Il conto maggiore lo pagano le donne: in un mese si contano 30mila occupate in meno, 27mila disoccupate in più e le inattive sono cresciute di 6mila unità. Lo stesso quadro negativo, interessa la fascia d’età compresa tra 15 e 34 anni: gli occupati nel confronto tra gennaio e dicembre scendono di 13mila unità, il leggero calo dei disoccupati (-4mila), è controbilanciato dalla crescita degli inattivi (+12mila).
Questi dati preoccupano, considerando l’aggravarsi del quadro economico, sotto l’effetto del coronavirus, che sta paralizzando praticamente tutte le attività produttive e che farà sentire gli effetti sui dati di febbraio.