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Lavoro, taglio del cuneo anche oltre i 35mila euro

Serviziodecreto in arrivo

Sono 901mila i lavoratori che potrebbero essere interessati, in tutto o in parte, dall’intervento. Verso un miliardo in più per il 2021. A fine settimana l’incontro con i sindacati

di Claudio Tucci

12 gennaio 2020


La manovra non cambia più: ecco tutte le novità

4′ di lettura

L’operazione “taglia-cuneo” per i lavoratori dipendenti potrebbe salire oltre i 35mila euro di reddito; e per il 2021 il governo è pronto a mettere sul piatto 1 miliardo di euro in più per portare così la dote a disposizione da 5 a 6 miliardi di euro (per quest’anno sono confermati 3 miliardi di euro). Con queste due ulteriori novità, l’intervento per far arrivare, quest’anno, circa 500 euro medi in più (mille nel 2021) nelle buste paga entra ufficialmente nel vivo.

La manovra non cambia più: ecco tutte le novità

Il calendario di incontri
Per fine settimana entrante (probabilmente venerdì) è prevista la convocazione dei sindacati da parte del governo. Martedì intanto le sigle, Cgil, Cisl e Uil, riuniranno, tutte insieme, le proprie segreterie.

Il decreto attuativo
Lo strumento che dovrà dare il via all’operazione è un decreto attuativo, da definire d’intesa con i sindacati. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è intenzionato a fare presto, e pubblicare il provvedimento entro questo mese per consentire a tutti, datori di lavoro in primis, di adeguarsi alle nuove disposizioni.

L’estensione degli 80 euro
La vera novità dell’operazione “taglia-cuneo”, targata Conte 2, riguarda i circa 4,5 milioni di lavoratori che guadagnano tra i 26.600 euro e i 35mila euro. A costoro infatti verranno estesi, totalmente o parzialmente gli 80 euro, introdotti dal governo Renzi, considerato che oggi non li percepiscono. Qui però potrebbe esserci una novità.

Ipotesi allargamento oltre i 35mila euro di reddito
L’esecutivo, forte delle prime elaborazioni che si stanno facendo al Mef, starebbe pensando di allargare la platea dei beneficiari oltre i 35mila euro di reddito. Una scelta dettata dalla necessità di creare un decalage più morbido per evitare “scalini” troppo rigidi e penalizzanti per i lavoratori, che guadagnano poco di più. Al momento, infatti, secondo le intenzioni iniziali, gli 80 euro in più vanno a salire da 26.600 euro fino a redditi di circa 34mila euro, per poi ridursi – esattamente come accade adesso per il bonus Renzi – fino alla soglia limite dei 35mila euro. Una discesa però considerata troppo veloce, e quindi da ammorbidire. Sarà il confronto con il sindacato a indicare dove si fermerà la nuova asticella.

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