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Le critiche della Commissione europea alla manovra italiana 

Le critiche della Commissione europea alla manovra italiana 

Squilibri eccessivi del quadro economico, debito pubblico elevato e che non è destinato a ridursi, produttività debole e un rischio di effetto contagio nei confronti degli altri paesi. La Commissione europea disegna un quadro fosco per l’Italia nel suo pacchetto d’inverno del semestre europeo, e critica senza sconti gli effetti delle misure contenute nella manovra del governo Conte, considerate un “passo indietro” rispetto alle riforme precedenti.

Riforme che che Bruxelles chiede all’Italia da tempo. Secondo la Commissione nella manovra italiana non c’è nessuna misura in grado di rilanciare una crescita asfittica, che nelle previsioni della stessa Ue non supererà lo 0,2% per quest’anno. Le critiche sono ad ampio spettro rispetto a una manovra che ha portato ad “un aumento temporaneo del carico fiscale sulle imprese a un livello aggregato”: dalla chiusura settimanale dei negozi alla mancanza di una “strategia” sulle infrastrutture, leggi Tav.

Inoltre, l’aumento dello spread rispetto ai primi mesi del 2018 ha pesato sia sulla crescita del Pil italiano che sul sistema bancario del paese, aggiunge Bruxelles. Ma nel mirino Ue c’è in particolare una delle due misure ‘bandierà della coalizione giallo-verde, ovvero ‘quota 100’, destinata a “peggiorare la sostenibilità” dei conti pubblici aumentando “in modo marcato la spesa pensionistica nei prossimi anni” e pesando sulle finanze pubbliche anche dopo il 2021″. L’introduzione di ‘quota 100’ inoltre, “ampliando la possibilità di pensionamento anticipato potrebbe impattare in modo negativo sull’offerta di lavoro, danneggiando di conseguenza la crescita potenziale”.

Più attendista il giudizio sul Reddito di cittadinanza, che la Commissione ha sempre sostenuto in punta di principio: “bisognerà vedere come sarà realizzato”, è il messaggio di Bruxelles mentre non è ancora chiaro il quadro di attuazione del reddito, la messa a punto delle attività dei centri dell’impiego e lo stesso effetto sull’occupazione.

La Commissione Ue valuterà l’impatto sui conti del reddito di cittadinanza prima di esprimersi, dice la commissaria Ue al Lavoro Marianne Thyssen, secondo cui l’impatto del Reddito di cittadinanza sul Pil “sembra molto alto, lo 0,45%, che per l’Italia è alto: bisogna capire se è sostenibile”. “Non credo che le nostre misure stiano bloccando la crescita. Anzi aiuteranno l’economia europea ad uscire dalla crisi, a far riprendere la crescita e l’export”, replica il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.

E il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, aggiunge che “di Reddito e quota 100 non si è assolutamente parlato nell’Ecofin di febbraio. Secondo le regole europee nessuno può entrare nel merito delle scelte di politica economica dei singoli Paesi”. Da Bruxelles, al momento, non arriva nessuna richiesta diretta all’Italia per una manovra-bis: la Commissione rivedrà la situazione in primavera dopo che il governo avrà inviato il nuovo Def.

Ma l’Italia resta un osservato molto speciale: il commissario all’euro Valdis Dombrovskis parla di “monitoraggio stretto” da parte di Bruxelles e Pierre Moscovici ricorda che una richiesta al governo di una eventuale manovra di aggiustamento dei conti per il 2019, sarà presa a giugno, dopo che a primavera l’esecutivo Ue avrà valutato lo stato dell’arte dei conti italiani.

Tuttavia, aggiunge il commissario agli Affari economici, il “messaggio è forte: l’Italia deve adottare misure per migliorare la qualità dei conti pubblici” e “l’urgenza di farlo è sempre più grande, dato che le prospettive economiche del paese si stanno deteriorando”. 

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