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Le positive performance dell’economia italiana e del settore agroalimentare

Presentato a Roma il primo Report dell’Osservatorio agroalimentare

È stato presentato, oggi a Roma, alla presenza del Consiglio nazionale e di oltre 450 delegati del settore alimentare della Uila, il primo Report dell’Osservatorio agroalimentare, frutto della collaborazione tra la Fondazione Giampiero Sambucini e la Fondazione Edison.

Ha introdotto i lavori Guido Majrone, presidente della Fondazione Sambucini che ha spiegato motivi e obiettivi della collaborazione avviata con la Fondazione Edison, il cui vicepresidente e direttoreMarco Fortis ha presentato i contenuti del “Report”. Successivamente Giorgio Dell’Orefice (giornalista del Sole 24 ore/Radiocor) e Sergio Auricchio (direttore di Agraeditrice, società che pubblica ogni anno l’annuario dell’industria alimentare italiana) hanno intervistato il prof. Fortis e il vicesegretario della Fondazione Sambucini, Stefano Mantegazza.

L’economia italiana
Il PIL italiano è aumentato del 10,9% nel biennio 2020-2021 (7% nel 2021 e 3,7% nel 2022). Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel biennio l’economia italiana è cresciuta più di quella mondiale nel suo complesso (+6,2% e +3,4%, rispettivamente), nonché della media dei paesi avanzati (+5,4% e +2,7%). In particolare, nel 2022, molti paesi sono cresciuti meno dell’Italia. Tra questi: Brasile e Messico (+3,1%), Canada e Cina (+3%), Francia e Sud Africa (+2,6%), Stati Uniti (+2%), Germania (+1,9%), Giappone (+1,4%).

“Conti alla mano, i previsori hanno clamorosamente sbagliato le loro stime sul nostro Paese per due anni consecutivi e chi pensava che l’Italia avrebbe faticato ad uscire dalla fase più acuta del Covid-19, attribuendo maggiori chances di recupero alle altre economie, è rimasto completamente spiazzato dagli eventi” ha detto Marco Fortis.

Le riforme del governo Renzi (introduzione degli 80 euro, smantellamento di numerosi balzelli a carico di famiglie e imprese, avvio del Piano Industria 4.0), hanno avviato dei cambiamenti decisivi per la politica economica italiana, il cui impatto positivo e duraturo non è venuto meno né con i governi Conte 1 e 2 né con la pandemia. Il governo Draghi ha poi tranquillizzato i mercati, gestendo con rapidità ed efficacia sia il varo del PNRR che la lotta all’inflazione. Sul fronte del lavoro, il tasso di occupazione, cresciuto dal 54,8% al 58,7% con i governi Renzi e Gentiloni, ha superato per la prima volta nella storia il 60% con il governo Draghi.

In uno scenario caratterizzato dal perdurare del conflitto russo-ucraino, il 2023 sarà un anno di decelerazione per l’economia. Il FMI prevede che il PIL dell’Euro-area crescerà dello 0,7% e quello italiano dello 0,6% (0,8% secondo le previsioni della Commissione Europea), mentre il PIL della Germania crescerà solo dello 0,1%-0,2%.

Il Governo Meloni, con il PNRR e il rilancio di Industria 4.0, ha l’opportunità per proseguire questo positivo percorso di crescita. In particolare, l’attuazione del PNRR potrebbe dare un impulso importante sia al PIL che all’occupazione. Secondo uno studio della Banca d’Italia gli investimenti del PNRR produrranno nel nostro Paese una domanda aggiuntiva di 375mila occupati nel triennio 2023-2025, di cui il 79% nel settore privato.

Settore alimentare
Negli anni più recenti, mentre la produzione industriale è rimasta grossomodo stabile rispetto ai livelli del 2017, quella delle industrie alimentari, bevande e tabacco è cresciuta di oltre 10 punti percentuali. In particolare, dalla pandemia in poi, la produzione di questo comparto è cresciuta in maniera decisa e piuttosto costante fino alla prima parte del 2022, anno nel quale si è registrata una crescita del 1,2% rispetto all’anno precedente, superiore a quella dell’industria nel suo complesso (+0,5%).

Il buono stato di salute della nostra economia è confermato anche dalla dinamica delle esportazioni che, nel 2022 sono cresciute del 19,9% rispetto al 2021, raggiungendo i 625 miliardi di euro, con un contributo notevole del settore agroalimentare che ha sfondato quota 60 miliardi, arrivando a 60,7 miliardi di euro, il 10% dell’export complessivo italiano. Nello specifico, le esportazioni della sola industria alimentare, bevande e tabacco sono state pari a 52,3 miliardi di euro, quelle dei prodotti agricoli a 8,4 miliardi di euro. Rispetto al 1991 (7,8 miliardi di euro a valori correnti) l’export agroalimentare italiano è cresciuto di oltre 7 volte.

“I magnifici 7”
Un ruolo di straordinario successo, in questo percorso di crescita, è quello svolto dai cosiddetti “magnifici 7”, sette categorie di prodotti che, da sole, nel 2021 hanno raggiunto un valore di export di 31,3 miliardi di euro, quasi il 60% dell’agro-alimentare italiano nel suo complesso (52,9 miliardi). In particolare, si tratta di: ortaggi, frutta e loro preparazioni (9,6 mld), vini di uve (7,2 mld),pasta e riso (3,7 mld), formaggi e latticini (3,7 mld), prodotti da forno (2,9 mld), conserve animali (2,1 mld), cioccolata e altre preparazioni con cacao (2,1 mld). Anche nel corso del 2022, imagnifici 7 continuano a trainare l’export del settore agroalimentare e, in base agli ultimi dati disponibili hanno raggiunto i 34,4 miliardi.
“I magnifici 7” ha detto Stefano Mantegazza “sono l’avanguardia di una articolata filiera che poggia sul lavoro di oltre 1 milione e 400 mila persone e che, partendo da autentiche unicità di nicchia, coinvolge territori altamente specializzati e arriva ad esprimere una ricca varietà di prodotti di altissima qualità apprezzati dai consumatori di tutto il mondo”.

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