Si è tenuta l’audizione di Confindustria Servizi Hcfs presso l’VIII commissione permanente Lavori pubblici e comunicazioni del Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge delega in materia di contratti pubblici. La delegazione guidata da Lorenzo Mattioli, presidente della federazione confindustriale costituita da 5 Associazioni -ANIP, Assosistema, ANID, ANIR ed UNIFerr- ha offerto il proprio contributo alla realizzazione di una legge delega che possa rispondere alle esigenze e alle specificità del comparto dei servizi italiano già nella scrittura degli indirizzi della legge Delega, poiché i servizi e non solo i lavori interessano tantissimi lavoratori e che guarda ad un mercato di 57.400 imprese e 657.000 addetti per un fatturato, in era pre- covid, di oltre 28 miliardi di euro. Spiega Mattioli «Sottolineando gli aspetti positivi della proposta, come la qualificazione delle stazioni appaltanti e una decisa spinta verso il green procurement, proprio sull’aspetto ambientale auspichiamo che gli oneri della transizione ecologica non pesino esclusivamente sulle imprese. I ‘criteri ambientali minimi (Cam) e gli effetti della crisi pandemica, si stanno traducendo in un preoccupante innalzamento del 30% dei prezzi che andrebbero monitorati e aggiornati. Altro aspetto portato in audizione è stata la necessità di estendere la norma sulla rinegoziazione dei contratti prevista nei casi di cambiamento delle condizioni di esecuzione dettate da fattori straordinari anche ai casi che producono situazioni di “variante” dovuti alla pandemia o all’innalzamento dei costi energetici. Inoltre si è chiesto di prevedere uno strumento sistemico di revisione dei prezzi che aiuti le imprese a fare fronte alle ulteriori ripercussioni subite dall’incremento dei costi che porta squilibrio preoccupante in danno a tutti gli operatori economici. Concordi sulla necessità di semplificare gli appalti, riteniamo irrinunciabile sottolineare il contrasto all’aggiudicazione di gare al massimo ribasso, la premialità alle imprese che applicano contratti di lavoro rappresentativi, e che le clausole sociali sono già parte integrante degli stessi, perciò non occorre appesantire con ulteriore legislazione quanto è previsto nei CCNL vigenti»