Quattro voli nel giorno di riapertura, tre nel secondo. L’Enac limita la capacità a dieci movimenti aerei l’ora
di Gianni Dragoni
Quattro voli nel giorno di riapertura, tre nel secondo. L’Enac limita la capacità a dieci movimenti aerei l’ora
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Due voli di Lufthansa per Francoforte e uno di Iberia per Madrid. Nel secondo giorno di riapertura l’aeroporto di Milano Linate è ancora un deserto. Lo scalo ha riaperto il 13 luglio, per disposizione del ministero dei Trasporti resa esecutiva dall’Enac. Al momento è un aeroporto fantasma. Sono ammessi al massimo 10 movimenti aerei all’ora (cioè cinque atterraggi e cinque decolli), rispetto ai 18 orari fatti fino al 16 marzo, quando lo scalo è stato chiuso per il «lockdown» da Coronavirus.
Poche compagnie
I voli sono cominciati solo il 15 luglio perché le compagnie non avevano avuto un sufficiente preavviso per riprogrammare i voli e vendere i biglietti. Il primo giorno ci sono stati due voli di Lufthansa, uno di Iberia e uno di Air Malta. Quattro in tutto, scesi a tre il secondo giorno. La capacità dell’aeroporto è stata ridotta dall’Enac perché nell’aerostazione sono in corso dei lavori e per rispettare il distanziamento obbligatorio di un metro tra i passeggeri a terra. Nell’area dei controlli di sicurezza sono in funzione 5 macchine su 13. La Sea aveva proposto limitare i movimenti aerei a 6 all’ora (tre atterraggi e altrettanti decolli) per il timore di colli di bottiglia nell’aera «security». L’Enac ne ha previsti 10, affermando che i passeggeri sono ancora pochi.
La chiusura per rifare la pista
L’aeroporto più comodo d’Italia, per la vicinanza con Milano, era già stato chiuso tre mesi l’anno scorso, da fine luglio a fine ottobre, per il rifacimento della pista. La seconda chiusura è arrivata durante il Coronavirus. Rimanevano da completare i lavori nell’aerostazione, che si sono fernati durante il «lockdown». La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, nelle scorse settimane in audizione alla Camera ha detto che i lavori termineranno alla fine di quest’anno.
Il braccio di ferro con Sea
L’apertura di Linate è avvenuta dopo un confronto serrato con la Sea, la società di gestione controllata dal Comune di Milano (54,81%), che avrebbe preferito tenere aperto solo Malpensa finché il traffico rimane scarso, almeno fino a settembre, per diurre i costi. Secondo la Sea nell’attuale situazione la società perde da 25 a 30 milioni di euro al mese. La riapertura di Linate _ dice Sea _ farà aumentare le perdite di circa 2 milioni al mese. «Ci chiediamo se ha senso riaprire un terminal per tenerlo vuoto», aveva detto a fine giugno Alessandro Fidato, chief operation officer di Sea in un’audizione in Regione Lombardia. «Non possiamo sobbarcarci tutti i costi», aveva avvertito il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
Le pressioni di Alitalia
Alitalia invece premeva per far riaprire lo scalo più vicino alla città. Prima che venisse decisa la riapertura la compagnia aveva perfino venduto biglietti per luglio per voli da Linate alla Sardegna, successivamente spostati a Malpensa. Poi Alitalia li ha venduti per agosto per varie destinazioni anche se non era sicuro che l’aeroporto sarebbe stato riaperto. Il paradosso è che, dopo la riapertura, Alitalia non era immediatamente pronta a volare da Linate. Riprenderà i collegamenti da Linate dal 24 luglio per la Sardegna per la continuità territoriale. Dal primo agosto Alitalia trasferirà da Malpensa a Linate le altre rotte nazionali ed europee.