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Liquidità, l’allarme rosso delle imprese: «Per i fondi servono tre mesi»

Infine Nocivelli sottolinea la necessità di un piano per la ripartenza «in totale sicurezza», dice, «perché è dal giorno in cui abbiamo chiuso che lavoriamo per rendere le nostre fabbriche sicure. Ora siamo pronti a ripartire».

Ipotesi helicopter money per le piccole imprese
Cristiano Nardi, presidente di Pietro Fiorentini, impresa familiare del settore oil & gas, 320 milioni di fatturato, 1.500 dipendenti e nove stabilimenti di cui tre all’estero, ha studiato bene il decreto: «Non lo utilizzeremo», dice. «Preferiamo fare ricorso ai canali ordinari del credito. Il decreto è complicatissimo, mi ha fatto paura. Troppa burocrazia, serviranno almeno due-tre mesi per avere la liquidità. Le imprese piccole potrebbero andare in difficoltà».

Non ci sono ricette, ma Nardi ha un’idea per accelerare: «Il 5% della somma potrebbe essere erogata a inizio istruttoria, al buio. Invece, per i piccolissimi servirebbe proprio l’helicopter money, basato solo sullo storico dell’azienda, verificato dalla banca e garantito dalla Stato».

Renato Ancorotti è presidente e amministratore delegato di Ancorotti Cosmetics, 105 milioni di fatturato e 350 dipendenti, e presidente di Confindustria Cosmetica. «Le imprese solide – dice – non hanno problemi a reperire finanziamenti, anche per via ordinaria. La difficoltà maggiore, e non va sottovalutata da tutto il sistema, è dei piccolissimi, degli artigiani. Senza di loro si blocca tutto».

Ancorotti conosce bene la filiera della cosmetica che a valle ha 150mila artigiani. «I parrucchieri e i negozi devono accedere ai 25mila euro di finanziamenti senza alcuna procedura. Serve il modello svizzero: un formulario online, una richiesta via mail alla propria banca e l’accredito immediato della somma sul conto corrente. Sono 150mila attività senza reddito per le quali bisogna fare un piano di riapertura. Come per le imprese produttive: mascherine, distanziamento, mense, trasporti. Tutto codificato. Siamo i primi ad avere a cuore la sicurezza dei lavoratori, ma si deve ripartire».

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