Sul blog del Movimento 5 Stelle si parla di fake news con riferimento all’allarme sul differenziale tra Btp e Bund: “Opinionisti senza arte né parte tengono la politica sotto ricatto, prendendo spunto dalle fisiologiche oscillazioni dei mercati”
Per il M5S non c’è alcun allarme spread. Anzi, si tratta di fake news. Sul blog pentastellato si legge infatti, a proposito del paventato pericolo spread per l’economia italiana: “Tanto rumore per nulla. Lo spread è la clava con la quale opinionisti senza arte né parte tengono la politica sotto ricatto, prendendo spunto dalle fisiologiche oscillazioni dei mercati per colpire chi esce dal recinto da loro tracciato. Sta succedendo anche in questi giorni, con i ‘barbari’ di M5S e Lega colpevoli di formare un governo rispettoso del voto popolare”.
Infatti, secondo quanto viene spiegato sempre sul blog, “basta osservare a volo d’uccello gli ultimi sette anni di spread per capire che il grande pericolo finanziario degli ultimi giorni è una fake news in piena regola”. Anche perché durante la crisi del 2012 fu il governatore della Bce, Mario Draghi a fare una dichiarazione che cambiò di fatto il corso della storia annunciando: “La Bce farà tutto il necessario per sostenere l’euro. E, credetemi, sarà sufficiente”. Si legge dunque nel post: “Da quel 26 luglio 2012 lo spread tra Btp e Bund iniziò la sua mirabolante discesa, proseguita poi anche grazie ai programmi di liquidità straordinaria (Ltro e Tltro) e al Quantitative Easing che prese il via ad inizio 2015. I tassi scendevano mentre con i governi di centro-sinistra il rapporto debito/Pil dell’Italia continuava a crescere. La migliore dimostrazione che lo spread non dipende dalle fortune dei governi ma dall’azione della Bce: se Draghi decide di continuare a comprare i titoli di Stato sul mercato secondario non c’è ragione per cui gli investitori dovrebbero fuggire dai Btp e lo spread continuerà a rimanere sotto controllo”.
Ora dopo le ultime oscillazioni lo spread è arrivato a quota 164. “Vale a dire quasi 400 punti base sotto al picco del 2011 e ad un livello decisamente inferiore anche ad un solo anno fa, quando governava il ‘rassicurante Gentiloni’. Perché nessuno si strappava i capelli con lo spread sopra i 200 punti base del maggio scorso mentre oggi lo spread a 164 sembra l’anticamera dell’inferno?”. E ancora: “Non ci faremo fermare dalla malafede di chi non riesce a digerire il voto popolare. Porteremo al governo il cambiamento che abbiamo promesso ai cittadini italiani, con o senza il consenso degli opinionisti senza arte né parte”, è la conclusione.